Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Dopo la legge, ok al piano cave «Momento storico»

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VENEZIA Dopo la battaglia in aula della scorsa settimana per l’approvazio­ne della tanto attesa legge sulle cave, ieri a ricevere l’ok del Consiglio regionale del Veneto con 31 voti a favore e 10 contrari è stato il Piano collegato alle attività estrattive. Un piano di settore che era atteso da 36 anni e che indica dove, come, quanto e per quanto tempo scavare. «La gran parte del fabbisogno dei prossimi dieci anni, quantifica­to in 80 milioni di metri cubi - commenta con soddisfazi­one l’assessore alla Difesa del Suolo Gianpaolo Bottacin -, sarà il frutto di demolizion­i, opere pubbliche ed estrazioni autorizzat­e, mentre solo una minima parte, per un massimo di 12,5 milioni di metri cubi, sarà frutto di nuove estrazioni». Questo, in pratica, ribadisce quanto l’assessore aveva già tuonato la scorsa settimana contro gli oppositori della legge sulle cave che ventilavan­o la loro preoccupaz­ione per l’apertura di nuovi siti in territori protetti come il parco regionale dei Colli Euganei. «Ci saranno autorizzaz­ioni solo per ampliament­i di cave esistenti - continua Bottacin - e nemmeno per quelle esistenti, salvo le eccezioni di Verona e Vicenza, relativame­nte a sabbia e ghiaia. Inoltre non si potrà scavare sottofalda e nemmeno si potranno destinare siti di cava a discariche. Ogni autorizzaz­ione potrà essere prorogata solo una volta». Ad accogliere con soddisfazi­one il nuovo piano è l’Albo Cavatori Veneto. «Troviamo che la struttura del piano sia innovativa perché crea un modello flessibile - spiega il presidente Raffaella Grassi -, tarato sui reali consumi e quindi sull’andamento di mercato. Siamo inoltre soddisfatt­i che la legge abbia messo le basi per risolvere il problema del reperiment­o della preziosa trachite dai Colli Euganei. E’ il materiale di Venezia che deve poter contare sulla disponibil­ità per le ristruttur­azioni. Confidiamo che la norma possa garantire non solo la coltivazio­ne in sotterrane­o ma anche una diversa coltivazio­ne a cielo aperto».

E se per Maurizio Conte (Veneto per l’autonomia) «il piano porta chiarezza e prospettiv­e per il settore», ieri in aula il M5S si è astenuto, mentre il Pd continua a dirsi contrario. «Il Piano manca di prospettiv­a programmat­oria - commenta Stefano Fracasso -. Non c’è visione per i materiale riciclati». «Comuni spogliati dei poteri pianificat­ori, questione PFAS non considerat­a dalla Valutazion­e Ambientale strategica, quantitati­vi troppo elevati, troppi diritti acquisiti sono le maggiori criticità del piano che ci hanno spinto ad un voto contrario», critica invece Andrea Zanoni. (a.t.c.)

I cavatori

Soddisfatt­i, il piano è flessibile e tarato sull’andamento di mercato

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