Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il d-day del centrodestra a Vicenza e a Treviso
Assessore in campo, vertice con i fedelissimi
VENEZIA A Vicenza l’appuntamento è alla Conchiglia d’Oro (ristorante familiare alla vecchia guardia del centrodestra berico): lì, domani sera, Elena Donazzan parlerà ai suoi estimatori per capire come muoversi alle Comunali. Anche a Treviso, l’ora X è domani (ma potrebbe essere rimandata a venerdì causa impegni dei neo parlamentari): i fedelissimi di Giancarlo Gentilini si aspettano una risposta ufficiale dalla Lega sulla lista che l’ex sindaco sceriffo, uomo simbolo del Carroccio di Marca, ha pronta per scendere in campo da avversario del Carroccio in tandem con il governatore Luca Zaia.
Nulla è scontato nella scacchiera delle amministrative nei due capoluoghi veneti. A Vicenza i nomi sventolati già sotto l’albero di Natale rischiano di bruciarsi, di accorparsi, di scornarsi. Ferendosi ancor più, dopo la batosta delle politiche che hanno complicato un groviglio di personalismi alla resa dei conti. «La Lega ha fatto incetta di voti in città, ma non ha nomi in grado di spostare l’elettorato: sono finiti i tempi dei personaggi potenti alla Dal Lago e alla Stefani, per capirci» spiegano dalla base. Donazzan conferma la sua “disponibilità” (l’appuntamento di domani serve a contarsi e organizzarsi), un percorso ad ostacoli non facile. L’ex compagno del Fronte della Gioventù Francesco Rucco ha ufficializzato la sua candidatura, calamitando FdI e una schiera di civiche che pesca (ancora una volta) dai forzisti arrabbiati, e non è disposto a tornare indietro. La soluzione? In tanti sognano il ticket Donazzan-Rucco (o Rucco-Donazzan: non sarà differenza da poco), un compromesso che aiuterebbe la «non cittadina» Elena ad avere il lasciapassare per diventare più vicentina.
Ma prima deve superare i veti dei cacciatori berlatiani e non sottovalutare le volubili dinamiche nazionali. Intanto si moltiplicano gli sponsor in avanscoperta: «Il radicamento di Donazzan sul territorio è un dato di fatto» scrivono gli azzurri Roberto Cattaneo (nato politicamente sulle ceneri, proficue, del movimento «Sì Dal Molin) e Michele Dalla Negra (ex assessore) che invitano al cessate il fuoco. La Lega? Potrebbe quasi “collaborare” per togliersi Donazzan dal palco politico veneziano. Nell’altalena delle candidature palladiane è finito pure il direttore del Giornale di Vicenza Luca Ancetti (la sua diplomazia piace a parte degli industriali e del centrodestra): «Io faccio un altro mestiere e sto bene qui – spiega Ancetti -. Non prenderei troppo sul serio queste voci. Io stesso sorrido, quando qualcuno mi tira in ballo. Credo che un candidato serio il centrodestra lo abbia già da tempo, è Mantovani. Per il resto, per me può correre chiunque». E lo stesso Fabio Mantovani (candidato ufficiale di Fi e Lega) non nasconde la sua delusione sulla solitudine partitica che lo circonda: «Se nessuno si fa sentire, la situazione la risolvo io: mi sono dato lunedì come tempo limite per decidere se farmi da parte – spiega – è una questione di dignità personale. Ho attestazioni di stima dalla gente, non dai politici, e ricordo che sono loro che mi hanno chiamato a candidarmi. Io sconosciuto alla città? Sollecito un sondaggio». Venerdì summit in casa, poi, lunedì con i vertici regionali. «Da lì, nel bene o nel male, una risposta uscirà. Altrimenti prenderò in mano io la situazione».
A Treviso le difficoltà sono tutte all’interno della Lega. Il gruppo di pretoriani di Gentilini (fra i quali un ex leghista espulso) è arrivato alla resa dei conti dopo anni di sfide al Carroccio e mette in discussione l’equilibrio del centrodestra: per entrare nella coalizione, dove già ci sono FI e civiche di area a sostegno del candidato sindaco leghista Mario Conte, i gentiliniani hanno messo paletti precisi come una sfida. Solo ieri Gentilini ha “accettato” il nome di Conte, non farà più ostruzionismo sul candidato che prima bocciava totalmente. Tuttavia, avendo ceduto su questo, ora i suoi uomini vogliono una lista blindata. Il nodo? Zaia ha annunciato una civica a sostegno di Conte alle comunali, ponendosi come mediatore fra le parti in lite. Così ecco la controproposta dell’89enne ex sindaco: una super lista Gentilini-Zaia per contrastare il potere della Lega, primo partito alle politiche a Treviso (27%). Questa è l’unica condizione e significa «abbiamo ceduto, se non accetterete la colpa sarà del partito». Zaia prende tempo, l’ala ortodossa della Lega risponde «assolutamente no», i militanti si sono già espressi e i gentiliniani lanciano un ultimatum
Se non si troverà l’accordo i gentiliniani presenteranno la loro coalizione alternativa per indebolire il centrodestra consumando una faida lunga cinque anni. Dalla presenza di Gentilini in coalizione però dipenderà l’adesione di chi ha già sottoscritto il patto: mentre FI è favorevole a un centrodestra unito, a condizione di garantire il vicesindaco azzurro Andrea De Checchi, altri storcono il naso per la forzatura. Se non si troverà un compromesso, anche qui il centrodestra a maggio sarà diviso.