Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Un prof solo, senza amici Ma Venezia non è egoista»
Mummificato in casa, lo choc della città e il ricordo degli alunni
0VENEZIA «Era settembre, il primo giorno di scuola dell’ultimo anno. Mi ricordo che era entrato in classe e che faceva un po’ fatica a parlare. Ci aveva detto che era perché per tutta l’estate non aveva parlato con nessuno».
Lelio Baschetti, il professore di matematica e fisica trovato morto domenica scorsa nel suo appartamento a Venezia dopo quasi sette anni, era un tipo solitario. Lo era sempre stato, secondo i suoi allievi, e il ricordo di questo ex studente lascia immaginare come sia stato possibile che sia passato così tanto tempo prima che qualcuno si accorgesse della sua scomparsa.
Baschetti trascorreva interi periodi isolato, senza comunicare con nessuno, nemmeno con la famiglia. La sorella, che vive al Lido, è stata informata dai carabinieri lunedì sera che era morto. «Tra noi non c’erano più rapporti da anni», ha detto la donna ai militari.
Baschetti, originario di Rimini, aveva vissuto al Lido insieme alla sorella e al cognato. Dopo la morte dei genitori avevano deciso di vendere la casa e lui aveva comprato un appartamento al civico 2216 di Calle del Cristo, a Santa Marta. Un’abitazione che, pur incastrata tra i palazzi, risulta isolata tra una casa occupata da studenti universitari e un bed and breakfast spesso sfitto. Tra gli altri residenti nessuno si è mai preoccupato che a Baschetti fosse accaduto qualcosa, proprio perché aveva deciso di condurre una vita in solitudine. Tutti pensavano che si fosse trasferito.
Solo domenica scorsa un vicino si è insospettito dopo aver notato la porta socchiusa. È entrato e lo ha trovato morto su una brandina. Il cadavere, ormai mummificato, era lì da anni, nel buio, tra i rifiuti a terra e gli alimenti in decomposizione. I carabinieri, insieme al medico legale, hanno accertato che la morte risale al 2011, quando il professore aveva 68 anni. Da domenica a Venezia tutti si chiedono come sia potuto accadere. Il Comune lo ha cancellato dall’anagrafe nel 2013. Le ultime bollette risalgono proprio al 2011. «Nel centro di Venezia c’è ancora un modo di vivere attento ai rapporti umani – osserva monsignor Dino Pistolato, vicario episcopale della Curia – La cultura della mutua assistenza è un dato reale. Santa Marta è ancora popolosa, vivace. Sta di fatto che lo spopolamento, la progressiva sparizione di negozi, sono un campanello d’allarme». Secondo Arrigo Cipriani «è vero, Venezia si spopola, ma sarebbe potuto accadere in qualsiasi città».
I carabinieri in queste ore stanno facendo una serie di accertamenti, anche bancari, per ricostruire l’ultimo periodo di vita di Baschetti, che aveva insegnato in diversi al liceo classico Pietro Orseolo e allo scientifico Severi del Lido di Venezia, al Benedetti e l’artistico e al Duca degli Abruzzi di Treviso.
«Era schivo – dice un suo ex allievo del Severi -. Non aveva rapporti di amicizia o frequentazioni nemmeno con i colleghi». Una personalità non difficile da inquadrare. «Come professore era tremendo, in senso buono – dice un’altra ex allieva -. Ma una persona di animo buono». Un uomo che, però, «già all’epoca aveva grossi problemi di comunicazione - aggiunge un altro ex studente -. Un brutto finale, forse prevedibile».
Nonostante il suo spirito solitario, con gli studenti era «espansivo, ironico – ricorda un altro allievo - questa solitudine lo faceva vivere sereno».
Alcuni ex studenti si stanno attivando per le esequie. «Pensiamo a una colletta per pagare il funerale - dice l’avvocato Maurizio Brando -. Non vogliamo sostituirci ai familiari, ma se possiamo fare qualcosa... Vedremo nei prossimi giorni». Prima delle esequie sarà eseguita un’autopsia.