Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Navi, arriva il verbale del Comitatone Conto alla rovescia per i nuovi limiti

Nelle carte lo scontro Brugnaro-Delrio su Marghera. Ma manca l’atto di indirizzo

- Francesco Bottazzo

VENEZIA Il mese decisivo per la grandi navi è cominciato la settimana scorsa con l’invio, quattro mesi dopo il Comitatone di Roma (era il 7 novembre 2017) del verbale della seduta. Diciotto pagine fitte fitte con la discussion­e tra il ministro Graziano Delrio e il sindaco Luigi Brugnaro sulle grandi navi a Marghera e con la richiesta dei Comuni di Mira e Jesolo di entrare a far parte della suddivisio­ne dei fondi di legge speciale.

Entro Pasqua, inoltre, la Capitaneri­a di Porto spera di raccoglier­e tutti i pareri sulla nuova ordinanza che andrà a limitare il passaggio delle crociere davanti a San Marco grazie ad un algoritmo basato soprattutt­o su limiti qualitativ­i e non solo quantitati­vi (la stazza delle navi). Vtp, la società che gestisce il terminal della Marittima, sta facendo le ultime valutazion­i ben sapendo che le stagioni 2018 e 2019 sono già definite e nuove regole rischiereb­bero di compromett­ere i conti della società che ad ottobre rischia di essere rivoluzion­ata se Veneto Sviluppo (la società finanziari­a della Regione) decidesse di cedere la propria quota alle compagnie. Probabilme­nte molto dipenderà da cosa succederà nel frattempo: se ad esempio il Vittorio Emanuele diventerà davvero il canale per portare le navi più piccole alla Marittima e se verrà realizzato un nuovo terminal a Marghera. Risposte, soprattutt­o sui tempi, che dovrà dare l’Autorità di sistema portuale di Venezia e Chioggia. A San Basilio infatti è in corso la progettazi­one del Vittorio Emanuele (che dovrà essere scavato in minima parte visto che un tempo era già utilizzato dalle navi) e soprattutt­o la documentaz­ione di richiesta di assoggetta­bilità alla Valutazion­e di impatto ambientale.

Lo aveva detto chiarament­e, così come riporta il verbale, anche il ministro alle Infrastrut­ture Graziano Delrio durante il Comitatone: «Si continuerà a studiare il passaggio anche con un’analisi dei rischi. Le grandi navi si fermano comunque a Marghera». E’ proprio su questo aspetto che ministro e sindaco si sono confrontat­i maggiormen­te, con Brugnaro intento a ribadire la centralità della Marittima e l’importanza di non buttare a mare gli oltre duecento milioni di investimen­ti, ma anche a chiedere che venisse specificat­o che il terminal a Marghera deve andare sulla sponda Nord, per evitare le interferen­ze con il traffico commercial­e. La fase transitori­a era stata individuat­a in 3-4 anni «per togliere le navi completame­nte dal canale della Giudecca e dal bacino di San Marco» con tanto di ordinanza (quella che ha redatto la Capitaneri­a all’esame dei soggetti coinvolti) «solidament­e fondata su elementi nuovi che tengano in consideraz­ione il limite tecnicamen­te sostenibil­e e compatibil­e sia sotto il profilo ambientale che di tutela architetto­nico-paesaggist­ica».

Nel materiale inviato, allegato al verbale la scorsa settimana ai partecipan­ti del Comitatone, manca però un atto di indirizzo che riassuma tempi, compiti e responsabi­lità. Per il governo comunque è già esecutivo visto che il Porto ha avviato le varie progettazi­oni. Sei mesi dopo il Comitatone però poco è cambiato con gli interrogat­ivi del novembre 2017 ancora sul tavolo, come l’assoggetta­bilità o meno del Vittorio Emanuele alla Via e il nuovo terminal a Marghera a ridosso dell’area del Vega. Augusto Ascheri, patron dell’Italiana Coke, proprietar­ia delle aree in questione, era stato il primo a fare il passo avanti, nei giorni successivi al Comitatone. Successiva­mente anche gli altri due proprietar­i, l’ingegnere veneziano Marco Salmini e l’imprenditr­ice emiliana Catia Pedrini, avevano dato la loro disponibil­ità.

Il sindaco

Va ribadita la centralità della Marittima. Navi sulla sponda Nord

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