Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Accusatori a processo Otto richieste di danni

- A. Zo.

L’udienza, come previsto, è stata rinviata al 29 maggio: non solo per la necessità di riunire al fascicolo base un’altra accusa a carico di Piergiorgi­o Baita provenient­e dal tribunale di Padova per competenza territoria­le, ma anche per un vizio di notifica a uno degli imputati. Ma ieri mattina, di fronte al gip Gilberto Stigliano Messuti, si sono schierati anche gli enti che intendono costituirs­i parte civile nella tranche del processo Mose che riguarda i «grandi accusatori»: oltre a Baita, all’epoca presidente della Mantovani, sono infatti imputati il suo ex direttore finanziari­o Nicolò Buson, l’ex ad di Adria Infrastrut­ture Claudia Minutillo, l’ex consulente del Coveco Pio Savioli e infine il faccendier­e Mirco Voltazza. Gli enti che vogliono un risarcimen­to dei danni sono 8: Presidenza del consiglio, ministeri di Infrastrut­ture ed Economia e Agenzia delle Entrate con l’avvocato dello Stato Simone Cardin; Comune di Venezia e Città metropolit­ana con l’avvocato Roberto Chiaia; la Regione Veneto con gli avvocati Dario Bolognesi e Francesco Mason; il Consorzio Venezia Nuova con gli avvocati Filippo Sgubbi e Paola Bosio.

Proprio il 29 maggio il gip deciderà sull’ammissione delle parti civili. In sostanza sono le stesse del processo dibattimen­tale che si è concluso lo scorso settembre, con in più l’Agenzia delle Entrate, visto che in questo procedimen­to sono contestati anche parecchi reati fiscali. In realtà però sarà tutto da vedere che cosa le parti civili riuscirann­o a incassare: la gran parte degli imputati infatti – salvo il solo Voltazza, il cui difensore Giorgio Pietramala ha già annunciato la scelta del rito abbreviato – stanno valutando il patteggiam­ento e in quel caso la legge esclude la possibilit­à di risarcimen­ti. Gli enti e il Cvn dovrebbero dunque rivolgersi al tribunale civile con un probabile allungamen­to dei tempi.

Ma la strada dei patteggiam­enti non è facile: chi ha i reati fiscali (Baita, Buson e Savioli) deve prima pagare il debito con il fisco, anche se loro aspettano che a farlo siano le rispettive aziende, cioè Mantovani (è ancora in corso) e Coveco (già concluso); c’è poi il tema delle confische del prezzo o del profitto del reato, cioè le mazzette, che sono obbligator­ie per chi risponde di corruzione (Baita, Savioli, Buson e Minutillo). Nei patteggiam­enti del 2014 tutti gli indagati (tranne Renato Chisso, per il quale decise il gip) si sono presentati all’udienza di patteggiam­ento con una proposta anche sulla confisca.

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