Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Cona, basta documenti ai profughi la protesta del sindaco contro l’hub
Accoglienza diffusa: migranti in 31 comuni. App per evitare doppioni nei servizi
VENEZIA Basta carte d’identità agli ospiti di Cona, è l’ultima protesta del sindaco Alberto Panfilio contro il centro d’accoglienza più grande, per numero di ospiti, del Veneto. Poco importa che la legge imponga ai Comuni di rilasciare il documento anche a chi è in attesa della valutazione della richiesta di asilo politico, l’amministrazione di Cona non vuole più erogarli. Un po’ per come è gestito l’hub, un po’ per le difficoltà ad entrare e, non da ultimo, come presa di posizione politica verso un centro che il comune di 2.986 abitanti al confine con Padova non avrebbe mai voluto.
«La settimana scorsa ho bloccato le iscrizioni all’anagrafe perché non possiamo verificare se queste persone vivono a Cona, finché il ministero non ci svincola dalle responsabilità non le erogheremo», ha detto Panfilio a margine della conferenza di «Capacitymetro», progetto di Iuav per l’inclusione dei migranti finanziato da Roma con quasi 400 mila euro di fondi europei. Il lavoro dei ricercatori si è concretizzato in un’applicazione per smartphone e tablet ma utilizzabile anche da qualsiasi browser che mappa tutti i servizi per i migranti del Veneziano. «La app è rivolta soprattutto agli operatori che lavorano nell’accoglienza — ha spiegato Giovanna Marconi, ricercatrice della cattedra Unesco di Iuav — Permette di evitare che si creino doppioni». «Capacitymetro» ha riunito 278 servizi, dalla scuola di italiano agli interventi di contrasto alla povertà: basta una semplice ricerca sulla mappa digitale per trovarli, capire di cosa si tratta e contattare chi se ne occupa. È la prima applicazione di questo genere e i ricercatori sperano di continuare il lavoro per tradurla in inglese a beneficio di migranti. Nel Veneziano, sono ospitati 2.076 profughi, per lo più uomini (1.882 contro 194 donne) che provengono da Nigeria, Bangladesh, Gambia, Senegal e Mali. Fatto salvo Cona, dove oggi vivono 619 persone, i cosiddetti Cas, acronimo di Centro d’accoglienza straordinaria, sono di piccole dimensioni. Le strutture sono 99 in 31 Comuni su 44 della Città metropolitana e di queste 68 accolgono tra i 3 e le 8 persone, otto ne ospitano tra 11 e 15, altrettante tra i 16 e i 20, undici tra i 20 e i 50 e 3 tra gli 80 e i 150. La definizione «accoglienza straordinaria» viene però contestata dall’assessore regionale al Sociale Manuela Lanzarin. «Non si può più parlare di emergenza o straordinarietà della situazione — ha detto — il fenomeno è strutturale, l’accoglienza diffusa è saltata e non per mancanza di solidarietà ma perché è sbagliata la gestione del governo dell’immigrazione, luoghi come Bagnoli e Cona sono un problema».
In questi giorni, la Prefettura sta valutando le domande presentate al bando di gestione dell’hub dell’ex base e tra i concorrenti c’è anche Edeco, attuale gestore al centro di proteste per le condizioni d’accoglienza e di un’inchiesta della Procura. «Dopo tutto quello che è accaduto a Cona spero che arrivi una valutazione negativa — ha detto Panfilio — il solo fatto che nessuno dei 4 mila profughi passati dal centro in due anni e mezzo di gestione Edeco abbia imparato l’italiano basta a bocciare la conduzione del posto». MESTRE Quella sera aveva deciso di tornare a dormire a casa, dopo aver trascorso alcune notti da un collega, nonostante il riscaldamento non funzionasse. Doveva ospitare un amico e insieme avevano deciso di accendere un braciere. Qualche ora dopo le esalazioni di monossido di carbonio avevano ucciso Abdul Rahim, 27enne bengalese, mentre dormiva. Il suo ospite, un connazionale, era riuscito a svegliarsi in tempo chiamare i soccorsi e salvarsi. Ora la procura di Venezia lo ha indagato per omicidio colposo. Il pm Massimo Michelozzilo ha iscritto sul registro degli indagati perché, insieme a Rahim, aveva acceso il braciere. La procura vuole accertare eventuali responsabilità da parte dell’amico della vittima, che si era svegliato accusando giramenti di testa. (e. bir.)