Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il governo: «Il referendum si può fare non per separare, ma solo consultivo»

Brugnaro: definire l’autonomia della Città metropolit­ana. Attacco dei Cinque stelle

- Monica Zicchiero

 Bressa Non siamo scaduti, abbiamo difeso la legge dello Stato

VENEZIA «Il referendum si può fare per capire cosa ne pensa la popolazion­e. Ma non per separare Venezia e Mestre». Il sottosegre­tario agli Affari Regionali Gianclaudi­o Bressa è categorico: la divisione in due Comuni non si può fare così e difende a spada tratta il ricorso alla Corte Costituzio­nale del Consiglio dei Ministri. Devono essergli fischiate le orecchie per il coro di critiche arrivato dagli autonomist­i: ma come, un governo alle battute finali si mette di traverso su un referendum locale? «Constatazi­one priva di senso — ribatte — qui non si tratta di un governo alle prime o alle ultime battute, si tratta di tutelare una legge dello Stato. Oltretutto, il provvedime­nto era in gestazione da tempo, interessan­do l’Avvocatura dello Stato. Zaia e la Regione non hanno diritto di modificare i confini della Città Metropolit­ana. Si può dividere in zone omogenee seguendo l’iter della legge Delrio. Due, cinque, dieci zone omogenee: quante ne volete. Ma non si può separare il capoluogo metropolit­ano. A questo punto la Corte Costituzio­nale si dovrà pronunciar­e con tempi compatibil­i con le elezioni indette». La data del voto è (era?) il 30 settembre, fissata dieci giorni fa dalla giunta Zaia. Tre giorni dopo il sindaco Luigi Brugnaro scriveva al governo, sollecitan­do il ricorso. «Ho il dovere di tutelare i cittadini da una consultazi­one illegittim­a — precisa Brugnaro — come Comune e Città Metropolit­ana non possiamo impugnare alla Corte Costituzio­nale e quindi abbiamo chiesto al governo, che mi sta dando ragione».

Nel frattempo ha già presentato quattro ricorsi al Tar e altri due contro l’indizione del voto arriverann­o il mese prossimo. Ma più che il giudizio di legittimit­à in senso stretto, al sindaco interessa che la Consulta si esprima sui poteri della Città Metropolit­ana, visto che ora c’è anche l’autonomia del Veneto in cammino. «Uno dei temi dentro la sentenza sarà quello di definire l’autonomia all’interno dell’autonomia del Veneto — spiega — Chiediamo maggiori poteri sulla Legge speciale, la sicurezza». Lo ha detto anche ieri a Firenze, al convengo Anci delle Città Metropolit­ane a Firenze: «Si devono consolidar­e e per questo dobbiamo dialogare con qualsiasi governo». E a proposito delle voci sull’intesa Fucsia-Pd-Forza Italia contro il referendum, conferma e rilancia : «L’asse potrebbe essere l’anticipazi­one del nuovo governo nazionale». Attacca il Movimento Cinque stelle: «Un governo scaduto come il latte si permette di fermare la richiesta di novemila abitanti — sbotta il consiglier­e comunale Davide Scano – Una volta di più, politicame­nte si conferma che Pd è uguale a Pdmenoelle e che hanno convergenz­a di vedute su quadrante di Tessera,referendum e altre schifezze».

«Stiamo parlando di un governo che ha già ricevuto l’avviso di sfratto da parte dei cittadini e che continua a prendere decisioni politiche di grande impatto per il Paese — fa eco dal consiglio Regionale la collega di partito Erika Baldin — Ma noi non ci arrendiamo. Questo referendum deve essere fatto perché lo vogliono i cittadini».

Il sindaco

Ho il dovere di tutelare i cittadini da una consultazi­one illegittim­a

 Scano Un governo ormai finito si permette di dire no a novemila persone

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