Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il governo: «Il referendum si può fare non per separare, ma solo consultivo»
Brugnaro: definire l’autonomia della Città metropolitana. Attacco dei Cinque stelle
Bressa Non siamo scaduti, abbiamo difeso la legge dello Stato
VENEZIA «Il referendum si può fare per capire cosa ne pensa la popolazione. Ma non per separare Venezia e Mestre». Il sottosegretario agli Affari Regionali Gianclaudio Bressa è categorico: la divisione in due Comuni non si può fare così e difende a spada tratta il ricorso alla Corte Costituzionale del Consiglio dei Ministri. Devono essergli fischiate le orecchie per il coro di critiche arrivato dagli autonomisti: ma come, un governo alle battute finali si mette di traverso su un referendum locale? «Constatazione priva di senso — ribatte — qui non si tratta di un governo alle prime o alle ultime battute, si tratta di tutelare una legge dello Stato. Oltretutto, il provvedimento era in gestazione da tempo, interessando l’Avvocatura dello Stato. Zaia e la Regione non hanno diritto di modificare i confini della Città Metropolitana. Si può dividere in zone omogenee seguendo l’iter della legge Delrio. Due, cinque, dieci zone omogenee: quante ne volete. Ma non si può separare il capoluogo metropolitano. A questo punto la Corte Costituzionale si dovrà pronunciare con tempi compatibili con le elezioni indette». La data del voto è (era?) il 30 settembre, fissata dieci giorni fa dalla giunta Zaia. Tre giorni dopo il sindaco Luigi Brugnaro scriveva al governo, sollecitando il ricorso. «Ho il dovere di tutelare i cittadini da una consultazione illegittima — precisa Brugnaro — come Comune e Città Metropolitana non possiamo impugnare alla Corte Costituzionale e quindi abbiamo chiesto al governo, che mi sta dando ragione».
Nel frattempo ha già presentato quattro ricorsi al Tar e altri due contro l’indizione del voto arriveranno il mese prossimo. Ma più che il giudizio di legittimità in senso stretto, al sindaco interessa che la Consulta si esprima sui poteri della Città Metropolitana, visto che ora c’è anche l’autonomia del Veneto in cammino. «Uno dei temi dentro la sentenza sarà quello di definire l’autonomia all’interno dell’autonomia del Veneto — spiega — Chiediamo maggiori poteri sulla Legge speciale, la sicurezza». Lo ha detto anche ieri a Firenze, al convengo Anci delle Città Metropolitane a Firenze: «Si devono consolidare e per questo dobbiamo dialogare con qualsiasi governo». E a proposito delle voci sull’intesa Fucsia-Pd-Forza Italia contro il referendum, conferma e rilancia : «L’asse potrebbe essere l’anticipazione del nuovo governo nazionale». Attacca il Movimento Cinque stelle: «Un governo scaduto come il latte si permette di fermare la richiesta di novemila abitanti — sbotta il consigliere comunale Davide Scano – Una volta di più, politicamente si conferma che Pd è uguale a Pdmenoelle e che hanno convergenza di vedute su quadrante di Tessera,referendum e altre schifezze».
«Stiamo parlando di un governo che ha già ricevuto l’avviso di sfratto da parte dei cittadini e che continua a prendere decisioni politiche di grande impatto per il Paese — fa eco dal consiglio Regionale la collega di partito Erika Baldin — Ma noi non ci arrendiamo. Questo referendum deve essere fatto perché lo vogliono i cittadini».
Il sindaco
Ho il dovere di tutelare i cittadini da una consultazione illegittima
Scano Un governo ormai finito si permette di dire no a novemila persone