Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Clima pazzo, al Vega nasce la task force
Al parco Vega di Marghera il nuovo Centro per i cambiamenti climatici con trenta esperti di economia e scienze ambientali Carraro (Ca’ Foscari): «Studiamo come prevenire grandi disastri ed eventi estremi»
Al parco Vega di Marghera nasce il nuovo Centro per i cambiamenti climatici con trenta esperti. «Studiamo come prevenire i grandi disastri».
Una tempesta di neve senza precedenti che spazza l’Europa, un’alluvione rovinosa che la travolge, una siccità eccezionale che la mette in ginocchio. Il modello di previsione del rischio di eventi estremi e rovinosi per conto della Commissione Europea si sta studiando al Vega di Marghera, nel nuovissimo Centro per i Cambiamenti Climatici che allarga la rete del Centro Euro-Mediterraneo Cmcc. Un polo di eccellenza dell’Università Ca’ Foscari, che partecipa da socio alle attività e ora ha una sede fisica dove lavorano i ventinove tra economisti e scienziati del clima che studiano il ghiaccio dell’Antartide per capire come è cambiato il tempo nell’ultimo milione di anni, come muterà in futuro, come le attività umane influiscono e, sopratutto, come correre ai ripari. La sede è il Vega, che era nato appunto come parco scientifico-tecnologico e per strada aveva perso molta parte della sua vocazione, e sarà ufficialmente inaugurata venerdì prossimo dal rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi, dal presidente della Fondazione Cmcc Antonio Navarra, dai direttori dei dipartimenti di Scienze Ambientali Antonio Marcomini e di Economia Monica Billio. A spiegare esattamente cosa si fa nel centro veneziano saranno Carlo Barbante, presidente della Società Italiana per le Scienze del Clima e docente dell’Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali di Ca’ Foscari che da anni conduce missioni in Andartide per prelevare enormi campioni di ghiaccio e studiare le tracce che il cambiamento del clima vi ha lasciato impresse 800 mila anni fa. «Nei prossimi tre anni si svilupperanno le linee di ricerca per proteggere l’ambiente e mettere a punto politiche di adattamento ai mutamenti del clima», spiega Carlo Carraro, ex rettore, vicepresidente e componente dell’ Intergovernmental Panel on Climate Change. «Ca’ Foscari ha sempre collaborato col Cmcc con i singoli docenti ma non aveva una sua operatività», racconta. Il piano di adattamento per l’Italia al cambiamento climatico per conto del Ministero dell’Ambiente, ad esempio, è stato elaborato in gran parte da noi. Il Centro per Il Cambiamento Climatico non solo istituzionalizza un’attività di fatto già svolta ma la implementa e diventa uno dei poli più grandi d’Italia, che avrà accesso al super-computer di Lecce, il terzo più grande e veloce del Paese, in grado di elaborare la mole di dati necessaria a sviluppare i modelli di previsione. Una delle attività più all’avanguardia del Centro sarà la finanza climatica, lo studio degli investimenti e delle azioni per far fronte agli sconvolgimenti del clima. «Per conto della Commissione Europea si fa ricerca su come fare prevenzione rispetto a grandi disastri ed eventi estremi – continua Carraro –. Un altro filone di ricerca riguarda la strategia di adattamento in due settori che subiranno le conseguenza del cambiamento prima di altri: agricoltura e turismo». Il Centro Euro-Mediterraneo continuerà a garantire risorse per due borse di dottorato di quattro anni in Scienza e Gestione dei Cambiamenti climatici. Dal 2014, 11 dottorandi ogni anno hanno intrapreso lo studio del clima a Ca’ Foscari e una ventina dei 44 oggi lavorano a Bologna, in sinergia con Venezia e Lecce.