Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Minniti temporeggia In pole Lega e Zappalorto
Dicono che il ministro dell’Interno Marco Minniti farebbe volentieri a meno di nominare i nuovi prefetti. Con un governo ormai dimissionario, due mesi trascorsi dalle elezioni, la decisione spetterebbe al nuovo ministro. Da oggi ufficialmente Venezia è senza il rappresentante dello Stato con Carlo Boffi in pensione. Il suo posto sarà occupato temporaneamente da Sebastiano Cento, che in questi mesi si è occupato in prima persona della gestione dei profughi, in attesa della nomina da parte del governo. In lizza c’è il prefetto di Treviso Laura Lega (in corsa anche per Firenze) che già in passato aveva lavorato con l’ex governatore della Lombardia Roberto Maroni, l’ex commissario del Comune di Venezia, dopo lo tsunami del Mose che ha spazzato via il sindaco Giorgio Orsoni, Vittorio Zappalorto, ora a Udine, e l’attuale prefetto di Brindisi Valerio Valenti, già vicario in laguna quando il prefetto era Luciana Lamorgese. Zappalorto potrebbe avere il vantaggio di un anno di commissaria-mento, di una conoscenza più approfondita della città e dei sui problemi (aveva gestito da Ca’ Farsetti l’emergenza profughi, la presenza dei turisti, assieme al suo staff aveva ipotizzato anche l’introduzione di un ticket per i turisti per recuperare i fondi ormai prosciugati della Legge speciale da destinare alla salvaguardia del centro storico), di una conoscenza con Luca Zaia, considerando che il ministro per nominare il prefetto del capoluogo deve sentire (lo prescrive la legge) il presidente della Regione. La nomina comunque in questo momento non è prevista, anche se sia il sindaco che il governatore spingano perché avvenga presto, considerando il ruolo di coordinamento regionale che il prefetto ha. Molto dipenderà dalla situazione politica, se non ci sarà la formazione di un nuovo governo Minniti, sarà costretto ad intervenire (ci sono anche altre città importanti che attendono il nuovo prefetto, come Firenze), e in questo caso cercherà di ottenere il consenso più ampio possibile sul nome, ecco il governatore e il sindaco potrebbero diventare importanti. ( f. b.)