Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I buchi neri bloccano 120 milioni Va all’asta la Torre San Lorenzo
Fallite le tre aziende. Le perizie per l’ex Umberto I e per l’edificio di via Pio X
MESTRE Maurizio Nardon, curatore fallimentare di NovaMarghera, aspetta solo la perizia per mettere all’asta la Torre San Lorenzo, uno dei buchi neri di Mestre. A nemmeno cento metri da piazza Ferretto doveva essere l’operazione che rilanciava il centro: il nuovo edificio, la riqualificazione dell’ex scuola De Amicis, il giardino delle Mura (era anche previsto il ripristino di parco Ponci con un garage sotterraneo). La crisi, qualche errore di impostazione del progetto (gli appartamenti erano troppo grandi per il mercato), forse anche alcuni ritardi nelle autorizzazioni comunali, il risultato è che il cantiere è fermo da anni, abbandonato. Come quello tra viale San Marco e via Sansovino, o come l’area dell’ex ospedale di Mestre.
Un destino comune per le tre aziende che avevano cercato l’investimento sicuro su Mestre: il fallimento. E’ successo alla Nova Marghera, è stato dichiarato alla Protec di Villafranca, e nelle settimane scorse anche alla Dng per il quale è stato nominato anche un perito per la stima. Un buco complessivo di 120 milioni di euro. «E’ chiaro che l’amministrazione vive con ansia questa situazione, perché sono tre luoghi di degrado in parti strategiche di Mestre — dice l’assessore al Patrimonio Renato Boraso — Se arrivassero delle offerte sarebbe una bellissima notizia, ma oggi questo tipo di investimenti fanno paura».
Vale soprattutto per l’ex Umberto I, l’investimento più ampio dei tre: un buco economico, ormai certificato, di 50 milioni, ma che può salire a 60 se il tribunale fallimentare accoglierà anche le ultime due istanze di insinuazione al passivo – per ora sotto riserva – che riguardano contenziosi fiscali con l’Agenzia delle Entrate per una decina di milioni. Sul tavolo ci sono le due cordate che già nei mesi scorsi, quando la Dng era ancora «viva», si erano fatte avanti per chiedere informazioni. Ora, con la procedura fallimentare in corso, i due soggetti, che sarebbero locali, hanno chiesto l’accesso agli atti, probabilmente per avviare una due diligence sui conti.
E’ iniziato il conto alla rovescia invece per la Torre San Lorenzo, con il curatore fallimentare che sta attendendo solo la perizia per fare il bando di vendita, probabilmente già entro metà giugno. Dalla stima verrà defalcato l’importo per le opere pubbliche previste considerando che il piano originario impegnava NovaMarghera a riqualificare anche l’ex De Amicis e fare il giardino delle Mura. Proprio la settimana scorsa Nardon si è incontrato con l’amministrazione per appurare le volontà del Comune. Con ogni probabilità chi deciderà di completare l’intervento in via Pio X stipulerà una nuova convenzione con Ca’ Farsetti (il Piruea ormai è scaduto) per fare i lavori, che potrebbero anche essere diversi rispetto a quelli originari.
La situazione è decisamente più critica in questo momento per il cantiere di via Sansovino dove la Protec di Villafranca è stata dichiarata fallita dal tribunale di Verona a fine gennaio e l’adunanza dei credito per l’esame dello
Boraso Purtroppo ora investimenti di questo tipo fanno paura
stato passivo è prevista il prossimo 4 luglio. L’avvio del cantiere risale ormai a quasi nove anni fa dopo l'accordo con il Comune che acquistava villa Erizzo (poi diventata biblioteca) in cambio della permuta con il terreno di viale San Marco dove la società aveva previsto di realizzare un centinaio di appartamenti (più volte criticati per il loro valore estetico) e di recuperare l’ex centrale. Il cantiere aveva avuto già un primo stop nel 2012, ma quello definitivo di quasi due anni fa è stato il colpo di grazia per la Protec. Non restano che quei palazzoni abbandonati.