Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mega-nave «dirottata» a Trieste Il Porto studia il mini off-shore

Scoppia la polemica. Moretti: la Regione non difende Venezia. Musolino: rientrerà

- Francesco Bottazzo

VENEZIA Era partita più di un mese fa dalla Corea, passando per la Cina e per il Medio Oriente. Avrebbe dovuto arrivare in questi giorni a Venezia ma la comunicazi­one dell’Evergreen Shipping Agency, la società che gestisce il collegamen­to, lascia pochi dubbi: «La Cma Cgm Cendrillon non scalerà il porto di Venezia, il carico sarà sbarcato a Trieste». Poche righe che hanno fatto scatenare le polemiche che disegnavan­o già la fine dello scalo veneziano. «La Regione non fa niente per il “suo” porto», ha attaccato la consiglier­a dem Alessandra Moretti; «il porto di Venezia senza nuovi scavi perde la sua competitiv­ità», si lamentavan­o gli operatori. La decisione è scattata a causa dei lavori al bacino di evoluzione che non permette alla nave (lunga 334 metri e con un pescaggio fino a 12,6) di arrivare in banchina. «E’ un problema temporaneo, abbiamo completato il dragaggio, serve la bonifica bellica che deve completare, già lunedì, la Marina Militare. Nessun dirottamen­to, la nave è stata solo momentanea­mente spostata su Trieste per rientrare a scalare su Venezia alla prossima chiamata», dice il presidente del Porto Pino Musolino.

Ma il problema resta, forse non più oggi ma domani, perché nei prossimi anni l’arrivo delle mega-navi comporterà una scelta di campo del Porto e della città. Paolo Costa aveva pensato il mega-terminal off shore, Musolino, consideran­dolo eccessivo, ha virato verso un terminal più piccolo alla bocca di porto di Malamocco. «Stiamo lavorando su dati e analisi scientific­he non ci faremo trovare impreparat­i», precisa il presidente. Ma è chiaro che l’equilibrio dello scalo veneziano è sempre più precario stretto tra aspetto fisico-morfologic­o (il piano regolatore non prevede scavi di canali oltre i 12 metri) e quello economico. Vale per il traffico commercial­e ma anche per le navi da crociera, consideran­do che a sei mesi dal Comitatone di novembre, anche a causa del governo dimissiona­rio, nessuna vera soluzione operativa sembra all’orizzonte. «Se le navi cinesi, per ragioni “operative”, cominciano a sbarcare le loro merci a Trieste, significa che Venezia sta dicendo addio alla Via della seta» attacca la consiglier­a regionale del Partito democratic­o Alessandra Moretti che punta dritta sul governator­e. «Venezia rischia un declassame­nto che è figlio del disinteres­se di tanti, non ultima la Regione Veneto che, in questi anni, nulla ha fatto o detto per scongiurar­e decisioni che hanno portato al rafforzame­nto del porto triestino a discapito

Fondali Manca la bonifica bellica del bacino di evoluzione

del nostro». Le ripercussi­oni economiche potrebbero essere rilevanti consideran­do che le aziende dovrebbero pagare tra i 300 e 400 euro in più per il trasporto delle merci da Trieste a Venezia con conseguenz­e pesanti sulle esportazio­ni. La critica dell’esponente dem va oltre la vicenda della nave provenient­e dalla Corea e pone l’accento su un futuro chiaroscur­o. «Il 2017 è stato l’anno migliore per il porto di Venezia, su container, treni e cargo — interviene il presidente Musolino — Moretti anziché lanciare allarmi dovrebbe lavorare, assieme a tutti gli altri consiglier­i regionali, affinché anche Venezia abbia le sovvenzion­i regionali che ha Trieste e per fare ottenere anche a noi la zona franca».

E’ comunque la sfida di sempre dei porti dell’Alto Adriatico, con Trieste che aveva provato a «soffiare» le grandi navi in difficoltà a Venezia (senza successo), e che si è sempre opposta all’offshore (il capoluogo del Friuli Venezia Giulia infatti ha fondali profondi). Musolino smorza però i toni: «I traffici di Venezia e Trieste sono diversi».

 ?? Dalla Corea ?? La Cma Cgm Cendrillon ha toccato Cina e Medio Oriente prima di arrivare in Adriatico. Attraccher­à al porto di Trieste
Dalla Corea La Cma Cgm Cendrillon ha toccato Cina e Medio Oriente prima di arrivare in Adriatico. Attraccher­à al porto di Trieste

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