Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Non passo i compiti, ora vittima dei bulli»
ad esempio, la testimonianza di una donna che vide Rossella a bordo di una jeep il giorno della scomparsa, e quella di Izzo secondo il quale la ragazza fu rapita su una Land Rover. Inoltre, la presenza in Cadore del gruppo criminale della «Roma pariolina» è compatibile con il fatto che la famiglia di Gianni Guido (uno dei complici del massacro del Circeo) aveva una villa a Cortina d’Ampezzo.
Ora che l’attuale procuratore capo di Belluno, Paolo Luca, ha trasmesso anche i nuovi verbali raccolti dai pm romani («Facemmo la stessa cosa del Circeo», ha dichiarato Izzo riferendosi alla sorte della diciassettenne rapita a Tai), spetterà ai magistrati di Perugia decidere se aprire o meno un’inchiesta. I dubbi, naturalmente, riguardano la credibilità del pentito, che già in passato ha riferito agli investigatori cose non vere.
Letizia, la sorella di Rosaria Lopez (che morì per le sevizie subite al Circeo) non ha dubbi: «Certo che gli credo: Izzo non è un folle. Lui e gli altri del branco, in questi anni, hanno goduto di coperture eccellenti».
Intanto, il senatore leghista Roberto Calderoli, attacca: «Chi sostiene che la pena di morte sia barbarie, pensi a Izzo: una belva del genere merita seconde opportunità?». MALCESINE (VERONA) L’allarme è scattato ieri a mezzogiorno in un residence di Malcesine, quando i parenti l’hanno vista galleggiare a pancia ingiù nella piscina. La centrale operativa di Verona Emergenza ha inviato immediatamente l’elicottero e il personale medico ha rianimato la bambina di 6 anni, prima di stabilizzarla e trasferirla all’ospedale di Borgo Trento, a Verona. Sul posto i carabinieri. Secondo le prime indicazioni la piccola, una bimba libanese affidata agli zii che lavorano nel residence, si sarebbe tuffata in acqua, rischiando poi di annegare. I parenti se ne sono accorti quasi subito e dopo averla recuperata hanno lanciato l’allarme. Il primo a prestarle i soccorsi è stato un pediatra che soggiornava nella struttura. Secondo le prime indicazioni la bimba sarebbe stata trovata in arresto cardiocircolatorio. VERONA «Sono il triplo di me, tutti più grandi. Ce l’hanno con me perché mi rifiuto di passare appunti e compiti in classe». Lo racconta una quindicenne di Verona, perseguitata dai bulli. «L’anno scorso abbiamo scoperto che si praticava alcuni tagli sulle braccia. Stava in camera sua da sola, credevamo studiasse», aggiungono i genitori. Esclusa dai gruppi Whatsapp, insultata a ogni minima occasione, preoccupata per la sua stessa incolumità. «Perché anche i professori fingono di non vedere e minimizzano dicendo che sono solo cose da ragazzini. Questo è bullismo», denuncia la minore. Nelle scorse settimane la ragazza ha deciso di non andare più a scuola. Mamma e papà hanno quindi chiesto e ottenuto un incontro con il preside che però, spiegano, non ha portato ad alcuna soluzione. (e.p.)