Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Tornano le mega navi a Venezia «Il mercato decide chi viene qui»
Musolino a Brugnaro: non siamo in Unione Sovietica. Scavi completati
VENEZIA Le grandi navi portacontainer dal Far East possono tornare al porto di Venezia. «Si sono conclusi i lavori di adeguamento del bacino di evoluzione 3 alla quota prevista dal piano regolatore portuale», annuncia il presidente Pino Musolino. Proprio un mese fa a causa dei problemi ai fondali — in realtà mancava la bonifica bellica terminata nei giorni scorsi — la Cma Cmg Cendrillon, lunga 330 metri e capace di trasportare fino a quasi 8480 Teu, è stata dirottata a Trieste facendo scoppiare le polemiche con l’Autorità di sistema portuale veneziana e la Regione, rea di non aver difeso lo scalo al contrario di quello che ha fatto la governatrice del Friuli Venezia Giulia per Trieste.
«Grazie a questo importante intervento — è intervenuto ieri Musolino — Venezia è per la prima volta in grado di ricevere navi porta container da 8500 Teu, rafforzando la flotta di navi che operano sulla rotta Venezia-Estremo Oriente, attiva già da diversi anni e che non ha mai smesso di scalare il nostro porto durante l’ultimo anno e mezzo». In realtà a maggio oltre alla Cendrillon hanno dovuto sospendere l’arrivo a Venezia la Apl Latvia (81o0 Teu) e la Apl Miami (9326, sarebbe entrata più scarica) sostituita da un altro porta-container. La programmazione adesso è ripresa regolarmente con l’attracco della Cosco Hong Kong (5450 Teu) il 7 giugno, fino alle tre navi della Cma Cgm (tra i 5700 e i 9400 Teu) in programma a luglio. «Le compagnie scelgono autonomamente la turnazione e la programmazione delle navi sulla base di una molteplicità di variabili di mercati, come il valore dei noli e il prezzo del carburante, e comunque questo non ha impedito al porto nel 2017 di stabilire il record di traffico container con 611 mila Teu movimentati», precisa Musolino che continua nell’ormai confronto-scontro ingaggiato con Luigi Brugnaro (Il primo quadrimestre 2018 ha visto un’ulteriore crescita dell’1,3 per cento) «Il sindaco ha ben compreso come gli interventi infrastrutturali operati da enti pubblici, in questo caso il Porto, sono volti ad aumentare la la competitività dello scalo e che, parallelamente il mercato risponde a tali interventi con logiche e tempi differenti — ha detto —. Non siamo nell’Unione Sovietica dove il pubblico decide cosa deve fare il privato e controlla il mercato».
Luigi Brugnaro nei giorni scorsi non si era trattenuto nel polemizzare con il presidente del Porto sulla nave della Cma non più «rientrata» a Venezia, sul lavoro post Comitatone per le grandi navi («Il Porto doveva fare i progetti su Marghera e Vittorio Emanuele che non ho ancora visto», aveva detto) e sull’assenza di comunicazione. «Confermo al sindaco — ha detto ieri il presidente dell’Autorità di sistema di Venezia e Chioggia — che per parte nostra permane la piena disponibilità ad una costante collaborazione con l’amministrazione per quanto di competenza e sui progetti che richiedono un necessario confronto fra enti, così come previsto dall’ordinamento».