Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
IL TATTOO E L’ORGIA ESTETICA
APadova, città dalle molte anime (commerciale, religiosa, universitaria...), mancava, ma ora sta nascendo, un’accademia tutta particolare: quella del tattoo e del piercing, cioè dell’inchiostro e dei buchi sulla pelle, un fenomeno in crescita anche nel Veneto, fra uomini e donne, giovani e meno giovani, con caratteri diversi ma che ricordano altre forme di esibizione e comunicazione visiva di cui son piene strade e perfino aule. Un’orgia estetica che può avere molte cause, che ha alle spalle una millenaria storia, ma che, se un tempo nasceva dal far parte di un gruppo, un mestiere o condizione (marinai o carcerati, contrassegnati da un simbolo negativo, come il vergognoso numero impresso sul braccio nei lager), ha al suo attivo, come scriveva l’antropologo LeviStrauss, anche il desiderio di abbellire il corpo decorandolo. Oggi le persone con almeno un tatuaggio sono, in Veneto, più di 560mila, di cui 110mila solo a Padova e provincia. Una cifra elevata, con differenze fra le scelte maschili (su braccia, gambe, torace, soprattutto con motivi astratti o ispirati ai fumetti) e femminili (spalle e schiena, con disegni più piccoli, nomi, versi di canzoni e poesie). Fra gli uni e le altre non manca chi fa uso anche di piercing su labbra, naso o parti intime. Si spiega così da decisione di aprire una scuola specialistica, sia per ovviare ai rischi igienico-sanitari, sia per insegnare come raggiungere una possibile bellezza in queste decorazioni, in cui il corpo è una tela da dipingere.
Ma se il quadro a un certo punto non piace più? Se il soggetto ha fatto il suo tempo, come il nome di un innamorato divenuto «ex»? Niente paura: a parte i tatuaggi non permanenti, anche i più durevoli si possono cancellare, benché con metodi costosi come il laser, o più spesso con dermoabrasione, crioterapia, peeling profondo: ma che, se eseguiti da mani poco esperte, possono provocare lesioni. Insomma c’era proprio bisogno, pare, di una scuola specialistica. Il corso di 170 ore costa circa 4000 euro, mentre poi l’intervento sul cliente varia dai 100 ai 1000 euro, a seconda della fama del pittore. Nasce quindi anche un nuovo marketing, di cui è utile cercar di capire le ragioni. Se negli anni 60-80 del secolo scorso i tatuati cercavano di mostrarsi alternativi alla tradizione (i punk volevano esprimere rabbia e ribellione), oggi si sceglie la celebrazione dei propri gusti, il manifesto dei propri eventi di vita, le cicatrici del proprio sentire, lo strumento di comunicazione visiva.
Niente giudizi o pregiudizi, quindi, se non che le motivazioni non sono sempre profonde. A volte può trattarsi di una moda come tante, di un conformismo non sensibile né colto. Quante ragazze sanno, per esempio, che l’anello al naso in molte culture significa sottomissione? Ma se al mare, in piscina, perfino sulle strade certe mises possono far sorridere, ci sono luoghi, come la scuola, dove non dovrebbero essere permesse. A scuola ci si va per imparare, non per esibirsi. Non per bulleggiare. Non perché si conta sul supporto di genitori disposti perfino a picchiare gli insegnanti. A scuola è urgente ripristinare l’educazione civica, comprendente il rispetto per il luogo e per chi ci lavora, che deve riprendersi l’autorità di dire no.