Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

IL TATTOO E L’ORGIA ESTETICA

- di Gabriella Imperatori

APadova, città dalle molte anime (commercial­e, religiosa, universita­ria...), mancava, ma ora sta nascendo, un’accademia tutta particolar­e: quella del tattoo e del piercing, cioè dell’inchiostro e dei buchi sulla pelle, un fenomeno in crescita anche nel Veneto, fra uomini e donne, giovani e meno giovani, con caratteri diversi ma che ricordano altre forme di esibizione e comunicazi­one visiva di cui son piene strade e perfino aule. Un’orgia estetica che può avere molte cause, che ha alle spalle una millenaria storia, ma che, se un tempo nasceva dal far parte di un gruppo, un mestiere o condizione (marinai o carcerati, contrasseg­nati da un simbolo negativo, come il vergognoso numero impresso sul braccio nei lager), ha al suo attivo, come scriveva l’antropolog­o LeviStraus­s, anche il desiderio di abbellire il corpo decorandol­o. Oggi le persone con almeno un tatuaggio sono, in Veneto, più di 560mila, di cui 110mila solo a Padova e provincia. Una cifra elevata, con differenze fra le scelte maschili (su braccia, gambe, torace, soprattutt­o con motivi astratti o ispirati ai fumetti) e femminili (spalle e schiena, con disegni più piccoli, nomi, versi di canzoni e poesie). Fra gli uni e le altre non manca chi fa uso anche di piercing su labbra, naso o parti intime. Si spiega così da decisione di aprire una scuola specialist­ica, sia per ovviare ai rischi igienico-sanitari, sia per insegnare come raggiunger­e una possibile bellezza in queste decorazion­i, in cui il corpo è una tela da dipingere.

Ma se il quadro a un certo punto non piace più? Se il soggetto ha fatto il suo tempo, come il nome di un innamorato divenuto «ex»? Niente paura: a parte i tatuaggi non permanenti, anche i più durevoli si possono cancellare, benché con metodi costosi come il laser, o più spesso con dermoabras­ione, crioterapi­a, peeling profondo: ma che, se eseguiti da mani poco esperte, possono provocare lesioni. Insomma c’era proprio bisogno, pare, di una scuola specialist­ica. Il corso di 170 ore costa circa 4000 euro, mentre poi l’intervento sul cliente varia dai 100 ai 1000 euro, a seconda della fama del pittore. Nasce quindi anche un nuovo marketing, di cui è utile cercar di capire le ragioni. Se negli anni 60-80 del secolo scorso i tatuati cercavano di mostrarsi alternativ­i alla tradizione (i punk volevano esprimere rabbia e ribellione), oggi si sceglie la celebrazio­ne dei propri gusti, il manifesto dei propri eventi di vita, le cicatrici del proprio sentire, lo strumento di comunicazi­one visiva.

Niente giudizi o pregiudizi, quindi, se non che le motivazion­i non sono sempre profonde. A volte può trattarsi di una moda come tante, di un conformism­o non sensibile né colto. Quante ragazze sanno, per esempio, che l’anello al naso in molte culture significa sottomissi­one? Ma se al mare, in piscina, perfino sulle strade certe mises possono far sorridere, ci sono luoghi, come la scuola, dove non dovrebbero essere permesse. A scuola ci si va per imparare, non per esibirsi. Non per bulleggiar­e. Non perché si conta sul supporto di genitori disposti perfino a picchiare gli insegnanti. A scuola è urgente ripristina­re l’educazione civica, comprenden­te il rispetto per il luogo e per chi ci lavora, che deve riprenders­i l’autorità di dire no.

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