Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Fantinati: uno Stato più trasparente, digitalizzerò la Pa
VENEZIA Oltre a Massimo Bitonci, hanno giurato ieri altri due sottosegretari veneti. Tre, se vogliamo includere Ricardo Antonio Merlo agli Esteri, argentino di Buenos Aires ma di passaporto italiano grazie agli avi originari di Miane, nel Trevigiano. Al leghista, trevigiano di Oderzo, Franco Manzato all’Agricoltura, stessa materia di cui si è occupato come assessore regionale nella giunta di Luca Zaia, si affianca Mattia Fantinati del Movimento Cinque Stelle, che andrà alla Pubblica amministrazione. Ingegnere gestionale veronese, classe 1975, l’ascesa di Fantinati nelle gerarchie grilline è stata costante. Nella scorsa legislatura ha cercato di distinguersi come interlocutore del mondo delle piccole e medie imprese. «Ho sempre lavorato per temi - racconta di sé - la legge abolizione Irap e costo zero dello Stato; gli emendamenti sulla delocalizzazione, sulle cartelle esattoriali compensabili con i crediti che uno vanta nei confronti della Pubblica amministrazione. Poi la battaglia alla contraffazione e le tante proposte di legge sul made in Italy. Infine il turismo, tema di cui ho scritto la voce nel nostro programma elettorale». Un lavoro in larga parte dietro le quinte, con una sola notevole eccezione: il discorso al meeting di Rimini in cui Fantinati lascia attonita la platea attaccando di petto la «lobby» di Comunione e Liberazione: «Ho evidenziato il pensiero dei Cinque Stelle in modo trasparente», ricorda. Già, perché Fantinati non è certo un battitore libero. Sempre allineato con Di Maio, di cui è un fedelissimo: «Luigi è una persona che lavora molto, professionale, un politico di talento. Persone come lui sono quelle che possono cambiare l’Italia. E poi è stato l’unica persona negli ultimi 30 anni a dire no a Berlusconi». Adesso Fantinati approda a un dicastero delicato, quello della Pubblica amministrazione, retto da un ministro come Giulia Bongiorno («Non la conosco personalmente, ma è una grande professionista»). «Accetto molto volentieri la sfida nell’ottica di una razionalizzazione e digitalizzazione - dice - L’obiettivo è rendere lo Stato più efficiente, più trasparente per cittadini ma anche per le piccole e medie imprese: dovremo tagliare norme e burocrazia inutile, prima di pensare a fare leggi nuove». La sfida del governo è, anche, una sfida di consensi. Fantinati viene da una regione dove il suo partito rischia di pagare il prezzo più alto dall’alleanza di governo con la Lega, almeno a vedere i risultati dell’ultima tornata di amministrative. «Sono sicuro che se rivotassimo domattina per le politiche, non perderemmo consensi - afferma - Alle amministrative, non facendo alleanze con altri partiti e liste civiche, qualche voto invece lo perdiamo sempre. È vero però che dovremmo iniziare a porci il problema di come affrontare meglio le elezioni locali, magari con candidati più radicati e conosciuti».