Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mose, «cede» la torre di controllo Bar, ristoranti e piscine a San Nicolò

Struttura deformata a Chioggia: lavori fermi da mesi. Polemica sul Comune assente

- Alberto Zorzi

VENEZIA Stefano Boato, urbanista ed ex docente Iuav, stava affrontand­o un tema a lui – e a tanti ambientali­sti – caro: quello dell’eccessiva altezza degli edifici di controllo del Mose, 8 palazzine alte tra i 5 e i 7 piani che sorgeranno a ogni bocca di porto. E riferendos­i a quello di Chioggia, una torre nota come «bitta» per la forma, aveva auspicato un taglio di un paio di piani rispetto ai 21 metri previsti, «anche visto quello che è successo». E cioè che l’edificio, che era in corso di costruzion­e, è in parte «ceduto» e si è incrinato di alcuni centimetri e il cantiere è fermo dallo scorso ottobre in attesa di capire come rimediare alle deformazio­ni riscontrat­e. Tra l’altro le analisi tecniche non sono ancora riuscite a dimostrare la causa certa dell’episodio, che allunga la serie di «inghippi » nella realizzazi­one dell’opera: l’impresa dice infatti di essersi attenuta al progetto e sono anche in corso analisi sulla qualità del metallo di partenza. E proprio questo stallo ha spinto i comitati a chiedere il taglio dell’altezza prima di riprendere i lavori.

Ieri pomeriggio si è tenuto il terzo incontro sui progetti di inseriment­o paesaggist­ico e architetto­nico del Mose, relativa al lato sud della bocca di Lido. L’ex rettore Iuav Carlo Magnani, che si era occupato della progettazi­one ormai quasi dieci anni fa, ha spiegato le sue idee sia sull’«isola nuova» – creata per dividere in due la bocca che altrimenti sarebbe stata troppo larga – che sulla diga, da sempre uno dei luoghi più cari ai lidensi. «Sull’isola avevamo pensato a una riva pubblica con una “spiaggetta” a prato e poi un piccolo orto botanico e un acquario con i pesci della laguna e la possibilit­à di un piccolo bar - ha spiegato Magnani - Sulla diga il progetto prevede un deposito bici, un bar-gelateria, due piscine aperte e su un’ampia terrazza rialzata un ristorante panoramico sulla laguna». La Lipu con Antonio Borgo ha chiesto però che vengano tutelati gli habitat del Lido, dove fratini e fraticelli nidificano in maniera massiccia. Su questo c’è stato anche uno scontro tra il commissari­o Giuseppe Fiengo e l’architetto Carlo Giacomini, che sosteneva la priorità di questi aspetti su tutto il resto, ai sensi delle direttive europee. «Bisogna fare una ponderazio­ne degli interessi - ha detto Fiengo - non basta dire bar sì o bar no in modo ideologico». Gli avvocati Andrea Grigoletto e Paola Juris (rappresent­ante del Provvedito­rato) hanno criticato l’assenza del Comune e della Regione: « Si parla di strumenti urbanistic­i, l’assenza di Ca’ Farsetti è inquietant­e». ha detto Grigoletto. C’erano un paio di tecnici, rimasti in silenzio, mentre agli incontri su Chioggia e Cavallino-Treporti, c’erano sindaci, assessori e consiglier­i.

Boato Edifici troppo alti alle bocche di porto, vanno ridotti Fiengo Gli interessi vanno ponderati, non basta dire bar sì o bar no

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