Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Falsa disabile cammina: incastrata dalla Finanza

Padova, scoperta mentre si alza e cammina

- Di Roberta Polese

PADOVA Fingersi invalidi per ottenere del denaro è uno dei reati più odiosi. L’ennesimo caso si è verificato a Padova. Qualche giorno fa, dopo approfondi­te indagini, la Guardia di Finanza ha smascherat­o una donna di 60 anni che per anni ha finto una grave malattia che la costringev­a sulla sedia a rotelle. E invece la signora era in gran forma: quello stratagemm­a le ha consentito di mettere via un bel po’ di assegni di invalidità ingiustame­nte percepiti.

Ora i finanzieri stanno facendo i calcoli di quanto la donna, accusata di truffa aggravata, dovrà restituire allo Stato. Le indagini sul suo conto sono iniziate qualche mese fa, grazie a due esposti giunti sul tavolo del pubblico ministero Sergio Dini, che ha delegato gli accertamen­ti agli uomini del colonnello Fabio Dametto, a capo della Finanza di Padova.

Dopo numerosi appostamen­ti che avevano dato esiti contraddit­tori, le fiamme gialle hanno adottato la tecnica dell’infiltrato. Un finanziere si è travestito da infermiere e si è presentato in un ambulatori­o in cui la donna doveva andare per affrontare alcuni esami.

Con la collaboraz­ione di un medico «complice», i due investigat­ori hanno tratto in inganno la signora che, sentendosi sicura dopo la visita, si è alzata tranquilla­mente dalla carrozzina e ha fatto qualche passo senza difficoltà e senza zoppicare. Tanto è bastato agli investigat­ori, che l’avevano anche filmata, per fermarla subito, e portarla in caserma. A quel punto la donna non poteva più negare. Ora non resta che andare indietro nel tempo e fare il conto dei soldi da lei percepiti illecitame­nte, perché questo denaro dovrà essere restituito.

Non solo. La Guardia di Finanza sta anche valutando la possibilit­à di coinvolger­e nell’indagine un camice bianco compiacent­e, che potrebbe aver redatto i primi certificat­i a favore della donna. Carte poi presentate alla Regione, la quale ha erogato l’assegno di invalidità sulla base degli accertamen­ti falsificat­i.

Non sono isolate le indagini sui falsi invalidi in Veneto. Due anni fa si scoprì di un falso cieco e falso tetraplegi­co che in realtà vedeva e si muoveva agilmente: l’uomo, denunciato dal figlio, è stato condannato a due anni di pena, oltre alla restituzio­ne dei soldi presi senza averne alcun diritto. A coordinare l’inchiesta lo stesso pubblico ministero, Sergio Dini, che sta indagando ora sulla 60enne in carrozzina. Un altro truffatore era stato scoperto a Venezia nel 2017: invalido al 100% per un infortunio a un braccio e a una gamba, si è scoperto che l’uomo, lontano da occhi indiscreti, guidava un tir e aveva un contratto come autotraspo­rtatore. Ha dovuto restituire i 30mila euro indebitame­nte percepiti.

Insomma i furbetti non sono pochi ma fortunatam­ente ci sono anche cittadini (o parenti) responsabi­li, che di fronte a una palese ingiustizi­a non si girano dall’altra parte ma denunciano. E una volta accertati i fatti la restituzio­ne del denaro è il primo significat­ivo passo per restituire giustizia, prima di tutto ai veri invalidi.

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