Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Farah, dopo l’incubo riabbraccia le compagne nel giorno della prima prova
VERONA Lo scambio di battute con le amiche e i compagni di classe. Si scherza un po’, anche se traspare tutta la tensione dell’esame più temuto. Tra le centinaia di maturandi che hanno affrontato la prima prova, ieri mattina a Verona c’era anche Farah, la pachistana che a febbraio era stata riportata con l’inganno in patria dai genitori che l’hanno costretta ad abortire. L’appuntamento per la ragazza è stato all’istituto Sanmicheli e, come tutti i suoi «colleghi» dell’ultimo anno delle superiori, ha dovuto scegliere tra le diverse tracce, dedicate, tra le altre cose, alla solitudine, alla creatività e al problema del razzismo. Per la diciannovenne, ammessa all’esame dopo un’assenza (forzata) da scuola durata quasi tre mesi, è stata anche una maturità «blindata»: alcuni insegnanti hanno provveduto ad accompagnarla all’uscita, per evitare venisse disturbata dai curiosi. Nonostante i mesi di lezione persi, Farah è riuscita a recuperare brillantemente, presentandosi all’esame con voti molto alti.