Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Farah, dopo l’incubo riabbracci­a le compagne nel giorno della prima prova

- Davide Orsato

VERONA Lo scambio di battute con le amiche e i compagni di classe. Si scherza un po’, anche se traspare tutta la tensione dell’esame più temuto. Tra le centinaia di maturandi che hanno affrontato la prima prova, ieri mattina a Verona c’era anche Farah, la pachistana che a febbraio era stata riportata con l’inganno in patria dai genitori che l’hanno costretta ad abortire. L’appuntamen­to per la ragazza è stato all’istituto Sanmicheli e, come tutti i suoi «colleghi» dell’ultimo anno delle superiori, ha dovuto scegliere tra le diverse tracce, dedicate, tra le altre cose, alla solitudine, alla creatività e al problema del razzismo. Per la diciannove­nne, ammessa all’esame dopo un’assenza (forzata) da scuola durata quasi tre mesi, è stata anche una maturità «blindata»: alcuni insegnanti hanno provveduto ad accompagna­rla all’uscita, per evitare venisse disturbata dai curiosi. Nonostante i mesi di lezione persi, Farah è riuscita a recuperare brillantem­ente, presentand­osi all’esame con voti molto alti.

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(foto Sartori) A scuola Farah, la diciannove­nne pachistana, ieri mattina si è presentata nella sua scuola di Verona per affrontare la Maturità

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