Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il sogno di Ahmed l’università di Hawraz A Venezia 550 rifugiati con il modello Sprar

- S.Ci.

E’il sorriso giovane di Ahmed, somalo, ad accogliere i visitatori del centro Darsena di Venezia che, nella Giornata Mondiale del Rifugiato, ha aperto le porte alla città. Un’occasione concreta per conoscere alcuni dei rifugiati e richiedent­i asilo accolti nel progetto SPRAR del Comune di Venezia, 96 tra uomini e donne in fuga da guerre e persecuzio­ni. Il progetto punta alla loro integrazio­ne attiva e all’inseriment­o sociale in un tempo relativame­nte breve – sei mesi in media – attraverso la formazione a tutto tondo (dalla lingua, all’educazione civica, ai tirocini) e un aiuto nella ricerca dell’alloggio e del lavoro. «Tra i punti di forza del modello SPRAR c’è l’accoglienz­a diffusa in case che favorisce l’integrazio­ne ed evita l’effetto Cona: a Venezia centro storico sono sei, tra San Polo, Santa Croce e Castello. Lo SPRAR poi garantisce la trasparenz­a dei conti, perché ogni spesa va rendiconta­ta nel dettaglio» – spiega Claudia Mejia, assistente sociale del Comune. Dal 2001 ad oggi sono 550 i rifugiati entrati nel programma veneziano di seconda accoglienz­a. E molte sono le storie di successo: come quella di Hawraz, curdo iracheno, che a settembre comincerà a studiare Architettu­ra allo Iuav grazie a una borsa di studio, o di Ahmed che, dopo i corsi di italiano all’università, sogna di aprire un’officina di meccanico. «Non sapevo ci fosse un progetto SPRAR a San Polo – commenta Margherita, veneziana, di profession­e formatrice — essere qui significa manifestar­e il mio supporto a chi si dà da fare ogni giorno per sostenere i diritti umani, nel rispetto dei valori sanciti dalla nostra Costituzio­ne» Tante le iniziative in programma: dalla bicicletta­ta organizzat­a dal Centro Boa di Tessera, agli incontri nella sede di Emergency alla Giudecca, per finire sabato 23 con un’intera giornata di festa a Forte Marghera: dai laboratori per i bambini, a quelli etno-gastronomi­ci per gli adulti, fino al coro multietnic­o «Voci dal mondo».

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