Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Fenice, la stagione e il ritorno di Aida e Turandot

Presentata la stagione. «Macbeth» inaugura il 23 novembre

- Verni

Sarà nel segno di Giuseppe Verdi e dei grandi ritorni la stagione lirica e sinfonica 2018-2019 del teatro La Fenice di Venezia. Diciannove titoli (21 se si contano le tre Traviata con direttori diversi), di cui 11 nuovi allestimen­ti, per 152 recite complessiv­e, dal 23 novembre 2018 al 3 novembre 2019 (programma su www.teatrolafe­nice.it). La stagione lirica sarà inaugurata il 23 novembre dal Macbeth di Verdi con la regia di Damiano Michielett­o - uno dei registi italiani più apprezzati e famosi all’estero - e la direzione di Myung-Whun Chung. Il maestro coreano, da 10 anni presente nel cartellone, dopo l’incidente di marzo salirà sul podio per due produzioni e quattro concerti.

«Chung è il più grande interprete verdiano di oggi, capace di restituire meglio di chiunque altro la modernità del compositor­e – spiega Fortunato Ortombina, sovrintend­ente e direttore artistico della Fenice – è di fatto il direttore principale della stagione con la nuova produzione del Macbeth, che mancava alla Fenice dal 1981, la ripresa dell’Otello e la direzione dell’orchestra in quattro concerti sinfonici». Chung dirigerà infatti anche la «Messa da Requiem per soli, coro e orchestra» di Verdi (concerto inaugurale della stagione il 3 e 4 novembre) e il tradiziona­le concerto di Capodanno.

Dopo l’unico balletto della stagione, il Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev (la prima il 12 dicembre), si continuerà con il rodato e applaudito allestimen­to di Robert Carsen della Traviata di Verdi, proposta in tre tranche, la prima dal 4 gennaio sarà diretta da Sesto Quatrini, la seconda dal 27 marzo da Francesco Lanzillott­a, e l’ultima dal 24 ottobre 2019 da Stefano Ranzani. Tra le novità della stagione, dopo più di 35 anni di assenza dal cartellone veneziano, tornerà Aida nello storico allestimen­to di Mauro Bolognini ripreso da Bepi Morassi, con protagonis­ta Roberta Mantegna e Francesco Meli. La prima è fissata per il 18 maggio, alternando­si per tutto il mese con la nuova produzione della Turandot (prima il 10 maggio), diretta da Daniele Callegari, nell’ambito della collaboraz­ione con la Biennale d’Arte.

«Avere in cartellone a maggio Aida e Turandot sarà l’occasione per verificare se scegliere questi titoli sia o meno un atto d’invasione nei confronti dell’Arena di Verona – continua Ortombina - da parte nostra vogliamo restituire quel carattere d’intimità che le opere avevano alla propria origine: per questo la Fenice è il luogo ideale».

Tra gli altri allestimen­ti, Werther di Jules Massenet (25 gennaio), Il re pastore di Mozart (il 15 febbraio) e L’Italiana in Algeri di Rossini (24 febbraio). In scena al Malibran Il sogno di Scipione di Mozart (8 febbraio), un affondo sul compositor­e veneziano Tomaso Albinoni con l’opera La Statira (7 marzo) e l’intermezzo Pimpinone (21 marzo), Dorilla in Tempe di Antonio Vivaldi (23 aprile) e, dedicata al repertorio contempora­neo, Luci mie traditrici di Salvatore Sciarrino (13 settembre 2019).

Tornano alla Fenice allestimen­ti storici: Don Giovanni (18 giugno) di Damiano Michielett­o, Il barbiere di Siviglia (24 agosto 2019) di Bepi Morassi, Tosca (25 agosto 2019) con la regia di Serena Sinigaglia, Madama Butterfly (31 agosto 2019) firmata da Alex Rigola e la farsa rossiniana La scala di seta (20 settembre 2019) con la regia di Bepi Morassi.

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In scena «Aida» con la regia di Mauro Bolognini: andrà in scena alla Fenice nel maggio dell’anno prossimo

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