Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Una «Tac» per trovare la terza colonna
Partono le indagini a San Marco e in laguna. Sei mesi di lavori pagati da sponsor
VENEZIA Una «tac» per trovare la terza colonna che manca a San Marco. Almeno secondo la leggenda che la vuole affondata al momento del trasbordo nel 1172. I lavori cominceranno ad ottobre e saranno solo notturni (dalle 21 alle 8) per limitare i disagi. Il via libera è arrivato ieri dal conferenza dei servizi che ha approvato il progetto con il via libera della Sovrintendenza. Nessuno scavo, la «fotografia» fino a 10 metri di profondità sarà fatta con aghi.
VENEZIA Se si tratti di leggenda o realtà lo sapremo fra qualche mese perché finalmente, dopo un iter durato due anni, partiranno le ricerche della terza colonna di San Marco, quella con la statua del Doge che avrebbe dovuto essere posizionata tra le due gemelle di Todaro e San Marco. Almeno secondo la tradizione, che racconta anche del suo affondamento nel 1172 al momento del trasbordo. Serviranno sei mesi per le verifiche nel sottosuolo e in acqua da parte della Morgan (la società specializzata in indagini geofisiche), fare gli studi archeologici, mappare i sottoservizi, senza fare uno scavo. Quella che verrà fatta infatti è una sorta di tac o radiografia che evidenzierà gli strati, i resti, le tubature, raccontando oltre mille anni di storia. Perché i «misteri» non riguardano solo la terza colonna ma anche cosa nasconde la piazza.
«Per la prima volta riusciremo a leggere con una metodologia nuova, senza uno scavo, quello che è nascosto — spiega il fondatore dell’archeologia subacquea ed ex sovrintendente del Friuli Venezia Giulia Luigi Fozzati — manufatti, caverne, grandi vuoti e rischi statici. Verranno svelate problematiche, punti di forza e fragilità dell’area permettendoci anche di prevedere il futuro».
C’era ad esempio il rio Batario, un canale che correva lungo le Procuratie prima di sfociare in laguna, o la chiesa di san Teodoro, forse inglobata dall’attuale Basilica o forse sotto la piazzetta dei Leoncini.
I lavori cominceranno ad ottobre e saranno solo notturni (dalle 21 alle 8) per limitare i disagi. Il via libera è arrivato ieri dal conferenza dei servizi che ha approvato il progetto con una serie di prescrizioni che saranno messe nero su bianco nelle prossime settimane. Qualche momento di tensione c’è stato con i gondolieri a causa di un totemcontanier che sarà posizionato sotto il ponte della Paglia
Padoan La colonna è la punta di un iceberg: scopriremo i misteri della città
per descrivere l’intervento e depositare gli oggetti di cantiere. «Siamo favorevolissimi all’indagine, ma dobbiamo anche lavorare e quella non è certo la posizione migliore, mi auguro sia trovata un’altra collocazione», spiega Andrea Baldi, neo presidente dei bancali. L’area che sarà perlustrata è di settemila metri quadrati, metà a terra e metà in acqua, una volta infatti il molo era arretrato rispetto a dove lo vediamo ora. Per farlo verranno inseriti tra le fughe dei masegni degli aghi collegati a cavi multi-elettronici che tramite il passaggio di corrente sveleranno le Venezie precedenti, riproducendo una radiografia fino a dieci metri di profondità. In sostanza in sei mesi verranno ispezionati 70 mila metri quadrati, attraverso piccoli cantieri itineranti. «Saremo invisibili — spiega il comandante Roberto Padoan, che quattro anni fa ha cominciato a scommettere sulla presenza della terza colonna —La colonna però sarà la punta di un iceberg di una indagine che ci permetterà di svelare i segreti della città». Il costo del progetto resta top secret, anche se pare si aggiri sul milione di euro. Alcuni fondi saranno messi dalla società che fa le indagini, le altre spese saranno coperte da sponsor. Poi ci saranno le immagini subacquee che saranno vendute e con una parte del ricavato Padoan vuole finanziare borse di studio e aiuti ai veneziani in difficoltà, ma i video potranno essere visibili in streaming. Il team sarà formato dalla Morgan e dagli archeologici Fozzati e Marco Bortoletto, entusiasta la Sovrintendenza che avrà un ulteriore elemento di conoscenza. «L’iter è stato lungo ma abbiamo la piena convinzione che la prima tomografia di piazza San Marco porterà grandi sorprese», dice il consigliere fucsia Maurizio Crovato.
Il primo a parlare della terza colonna sembra essere stato Sansovino, 400 anni fa. Le colonne potrebbero essere state bottino di guerra o dono dell’imperatore bizantino.
Fozzati Potremmo vedere a dieci metri di profondità senza scavare
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