Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il caso nelle procure (che prendono tempo) «Abbiamo il dovere di valutarne gli aspetti»
PADOVA Promettere sconti a donne sole, pensionate o con qualche problema economico. Niente di più facile, in questi tempi di crisi e precariato. «La fabbrica delle bugie» è l’inchiesta pubblicata ieri dal Corriere del Veneto che ha spiegato come sia facile trasformare il sogno di fare acquisti a prezzi stracciati, in un incubo: una carta che dovrebbe consentire sconti nelle aziende venete, ma che nasconde l’obbligo di un acquisto da quasi tremila euro.
La vicenza potrebbe interessare
anche le procure di Padova e Treviso. Nella Marca ha infatti sede legale la Casaconvenienza Group srls, che arruola telefonisti per il call center e prende appuntamenti per regalare la carta-sconti, ma è a Padova, in via Pelosa, che ha il suo quartier generale.
Il procuratore capo di Padova, Matteo Succilli, ieri ha detto di voler approfondire alcuni aspetti prima di avviare un’indagine. Sulla carta non è difficile individuare i profili illeciti dei meccanismi messi in atto, «ma la procura ha il dovere di valutare numerosi aspetti» ha affermato.
Anche a Treviso si va coi piedi di piombo, ma non si nega un interesse ai fatti descritti. «Aprire un fascicolo sulla base di un articolo di giornale non è prassi, perché le notizie a volte possono essere fuorvianti. Sicuramente
Il procuratore dice di voler approfondire quanto emerso dall’inchiesta
Qui Treviso
Il procuratore vuole capire se gli eventuali reati siano commessi a Treviso o a Padova
però, verificherò se ci sono denunce per truffa a carico di questa società, già depositate nei nostri uffici». A parlare è il procuratore della Repubblica di Treviso Michele Dalla Costa che interviene sul presunto caso di «truffa del catalogo».
Nel capoluogo della Marca, ha la sua sede legale Casaconvenienza Group Srl, in via Borin 48, la società che opera attraverso il call center. Anche se di fatto, a quell’indirizzo c’è solo uno studio di consulenza che offre servizi a diverse aziende. «Non so nulla della vicenda e dovrò verificare – precisa Dalla Costa - però non è detto che la procura di Treviso sia deputata a occuparsi di questa vicenda. Perché il reato di truffa, tecnicamente si concretizza non necessariamente dove c’è la sede dell’azienda ma dove vengono incassati i proventi della stessa. Quindi sarà necessario ricostruire il percorso del denaro per stabilire la competenza territoriale e quindi la procura interessata».