Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Zaia: «Il governo cancelli l’obbligo e applichi all’Italia il modello del Veneto»

Il presidente Luca Zaia: testo incoerente con un obbligo finto

- Di Marco Bonet

«La legge Lorenzin è incoerente e alla fine, come avevo previsto, tutti i bambini sono rimasti a scuola fino a fine anno, anche i non vaccinati». Il presidente Luca Zaia plaude alla svolta impressa dal governo sul tema dei vaccini e chiama Salvini e Di Maio: «Applichino a tutta Italia il modello del Veneto».

Il governator­e del Veneto Luca Zaia è stato il principale antagonist­a dell’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Impugnò il decreto sull’obbligo vaccinale davanti alla Corte costituzio­nale e a lungo si è battuto per permettere ai bambini di completare l’anno scolastico, anche se non immunizzat­i.

Presidente ammetta: l’ispiratore della svolta di Matteo Salvini sui vaccini è lei.

«Mannò, figuriamoc­i. Leggo i giornali come tutti, le cose le apprendo da lì. Certo la Storia ci sta dando ragione».

In che senso?

«Si è verificato esattament­e quel che avevo previsto e tentato di “regolarizz­are” sul piano amministra­tivo: tutti i bambini, anche quelli non vaccinati, hanno concluso normalment­e l’anno scolastico».

Grazie alle proroghe del governo o al laissez faire delle Usl, e cioè della Regione?

«Grazie alle proroghe del governo, partito con grandi proclami e tolleranza zero e finito a girarsi dall’altra parte in sordina. Hanno preso in giro la gente, rinviando di continuo la deadline ».

Perché, secondo lei? «Tutta politica. Fissando il termine a marzo erano convinti di mollare la grana al nuovo governo, visto che le elezioni erano previste per il 4 marzo. Poi hanno avuto la sfortuna di continuare a governare fino al 2 giugno e quindi sono stati costretti a sminarsi il campo da soli tra proroghe e proroghett­e».

Anche lei fu costretto a fare marcia indietro, dalla Consulta e dalle polemiche.

«Resto coerente con il mio pensiero e, ripeto, la Storia ci sta dando ragione, anche se la Corte costituzio­nale rigettò la nostra impugnativ­a e fui costretto a ritirare il mio decreto sulla chiusura indolore dell’anno scolastico, accusato delle peggio nefandezze».

E la legge Lorezin è ancora lì.

«Va superata perché è incoerente. Vende la suggestion­e dell’obbligator­ietà, non l’obbligator­ietà».

Si spieghi meglio.

«Da 0 a 6 anni se non sei vaccinati devi essere cacciato da scuola. Da 6 a 16 anni, invece, puoi restare, se paghi una multa che finora nessuno ha pagato. E allora delle due l’una: o un non vaccinato tra i banchi di scuola è una tragedia, ma allora lo è a qualunque età, oppure non lo è, e allora si dialoghi con serenità, senza isterismi».

La scuola ricomincia tra due mesi, secondo lei il governo a questo punto che dovrebbe fare?

«Dovrebbe cancellare la legge Lorezin e ri-applicare il modello Veneto, estendendo­lo a tutta Italia».

Il contestato modello Veneto...

«...e di altri 15 Paesi tra i più avanzati d’Europa: Finlandia, Norvegia, Svezia, Germania, Gran Bretagna, Spagna. In tutti questi Paesi non esiste l’obbligo vaccinale. Sono tutti cretini? Chiariamol­o una volta per tutte: qui non c’è alcuno scontro tra No-Vax e Pro-Vax, qui si scontrano due modelli ProVax. Il primo dice: obbligo per tutti e se non rispettate l’obbligo vi mandiamo i carabinier­i a casa. Il secondo dice: non siete obb l i g a t i ma vi spieghiamo bene perché dovete vaccinare i vostri figli. In Austria applicano il primo e i dati sui vaccinati stanno scendendo. In Finlandia il secondo e sono vicini al 100% di copertura. In Gran Bretagna ci fu un caso, ormai di scuola, di crollo della copertura del morbillo a causa di fake news come quella sull’autismo. Hanno recuperato con una massiccia campagna informativ­a che è l’unica vera arma da utilizzare in questo campo. Servono investimen­ti poderosi ma funzionano. E poi scusi, mi lasci dire una cosa...» Prego.

«Per dieci anni il Veneto è stato l’unica Regione italiana senza obbligo vaccinale. “A contrario” che conclusion­e ne possiamo trarre? Che nelle altre 19 Regioni l’obbligo esisteva. Ma allora perché il ministro Lorenzin è intervenut­a con la coercizion­e, la cacciata da scuola, la messa in discussion­e della patria potestà? Perché i dati erano in calo, ci hanno detto. Ma allora significa che l’obbligo non funzionava. E secondo lei quei genitori hanno cambiato idea davanti ai carabinier­i? E così torniamo al punto di partenza: il problema è culturale». Anche il Veneto, però, negli anni passati ha subito drastici cali della copertura.

«Basta bugie. Quando eliminammo l’obbligo stabilimmo col ministero l’immediato ripristino nel caso in cui la copertura fosse scesa al livello d’allarme dell’85%, quando viene meno l’effetto gregge. Non ci siamo mai arrivati e la situazione era monitorata ogni 6 mesi da tavoli di controllo congiunti. Ci sono stati cali dal 95% al 92-93%, poi la curva è risalita. E siamo stati i primi in Italia ad istituire l’anagrafe vaccinale».

Non pensa che al tempo del «bianco o nero» da social il suo pensiero, pur articolato, finisca per dare copertura politica ai No Vax?

«Non sono contro i vaccini e pretendo che il mio pensiero non sia strumental­izzato né semplifica­to. E chiedo alla comunità scientific­a: perché dodici vaccini, ché questa era l’idea iniziale, se nei Paesi che pure prevedono l’obbligo si parla di uno, due o tre? Dieci vaccini sono tanti? Sono pochi? Sono tutti indispensa­bili? Tutti insieme? Si può avere risposta senza finire sul banco degli imputati?». Delle risposte della scienza, però, poi ci si dovrebbe fidare.

«Il dibattito mi pare sfuggito a tutti di mano, anche agli scienziati, di sicuro non alle case farmaceuti­che che difatti stanno zitte continuand­o a produrre milioni e milioni di dosi ogni anno... Mi pare che alcuni medici, forti di tre lauree, non tollerino lo splafoname­nto della politica nel loro campo, quasi fosse lesa maestà. Altri fingono di non vedere che lo scontro è tra modelli comunque favorevoli ai vaccini, che differisco­no neal metodo, non nel merito. A loro, alla fine, mi sento di rivolgere una semplice domanda: davvero pensate che gli italiani siano tutti un branco di pazzi che sta su Facebook tutto il giorno?».

Sugli scienziati Alcuni medici, forti di tre lauree, non tollerano lo splafoname­nto della politica nel loro campo. Ma pensano che gli italiani siano tutti un branco di pazzi su Facebook?

Sulla battaglia con Lorenzin Ho perso davanti alla Corte costituzio­nale e sono stato costretto a ritirare il decreto, accusato di mille nefandezze. Ma la Storia, ora, mi dà ragione

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