Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Cinque ragazzi sul bolide uno muore, gravi gli altri
Nessuno avrebbe potuto guidare quell’auto
CITTADELLA (PADOVA) Un’auto di grossa cilindrata e cinque ragazzi di paese di ritorno da una sagra. Una corsa finita in tragedia a Cittadella, nel Padovano. All’altezza di una curva l’auto, che procedeva ad alta velocità, è uscita di strada e si è schiantata. Ai soccorritori si è presentata una scena drammatica: tra le lamiere un un morto, Giacomo Dalla Rosa, 18enne; e altri quattro feriti. Il più grave è il figlio 20enne della proprietaria dell’auto che a quanto pare nessuno poteva guidare.
CITTADELLA Era una di quelle serate estive da trascorrere in compagnia con gli amici del paese. Ritrovo dopo cena, tour a qualche chilometro di distanza per divertirsi alla Festa delle Rane e rientro a notte fonda. Solo che quel viaggio maledetto per tornare a casa da Cittadella a Tezze sul Brenta si è trasformato in tragedia all’altezza di una curva, quando l’auto su cui i giovani viaggiavano è uscita di strada finendo la sua corsa in un fossato. Giacomo Dalla Rosa, 18enne con un futuro da elettromeccanico, è morto sul colpo per le ferite. Altri quattro ragazzi tutti di Tezze sono ricoverati in ospedale. Il più grave è il figlio 20enne della proprietaria dell’Audi A3, un modello di grossa cilindrata che i neopatentati non possono guidare ma che era comunque nella disponibilità del gruppo.
Proprio su chi fosse l’autista designato per il rientro si stanno concentrando le indagini della polizia stradale. Le condizioni dell’auto dopo lo schianto non hanno permesso di ricostruire con certezza chi fosse alla guida ma prende forza l’ipotesi che nessuno potesse guidare un’auto di grossa cilindrata come quella. Per fornire un quadro completo dell’incidente sarà necessario attendere l’autopsia sul corpo di Giacomo e ulteriori dettagli potranno fornire gli esami medici a cui sono stati sottoposti i feriti.
Da capire se durante la serata i giovani avessero bevuto e se tra le cause dello schianto vi possa essere l’alta velocità raggiunta, che unita magari all’inesperienza, potrebbe aver causato l’uscita di strada. «Ho sentito un boato, mi sono alzata dal letto e ho visto quell’automobile accartocciata e un ragazzo disteso», racconta una donna che abita lungo la strada dov’è avvenuta la tragedia e che ha subito dato l’allarme.
Verso le 3.20 i vigili del fuoco sono stati chiamati per la fuoriuscita in località Santa Croce Bigolina a Cittadella. All’interno dell’abitacolo erano rimaste incastrate quattro persone, mentre una quinta è stata sbalzata fuori. I pompieri hanno messo in sicurezza l’automobile ed estratto i corpi di chi ancora era vivo: due ventenni sono in gravissime condizioni, un 22enne e un 17enne restano ricoverati ma fortunatamente non sono in pericolo di vita.
La comitiva era partita in serata da Tezze sul Brenta, nel Vicentino, e si era recata a Cittadella alla Festa delle Rane di Santa Croce Bigolina. A quanto pare Giacomo, 19 anni da compiere in agosto, studente all’Itis Fermi di Bassano, aveva salutato la mamma Maria Rosa, il papà Michele operaio e la sorella più piccola ed era montato in sella allo scooter per raggiungere gli amici e partire con loro alla volta della Festa delle Rane. Al ritorno dalla sagra la tragedia e alla vista dell’auto accartocciata e dei soccorsi si sono fermati anche altri amici di Tezze, che hanno sperato fino all’ultimo che non fosse accaduto l’irreparabile.
L’incubo si è trasformato in realtà per la famiglia del giovane, residente nella frazione di Stroppari, a cui ieri hanno portato conforto amici, parenti e anche il parroco. «Tutta la comunità si stringe attorno alla famiglia, è una grande tragedia» le parole del vicesindaco Luigi Pellanda. «Giacomo era un bravo ragazzo, aveva frequentato la quarta indirizzo elettrotecnico e proprio venerdì aveva terminato lo stage iniziato il 21 maggio alle officine di Cartigliano – spiega Maria Maddalena Cuccaro, dirigente scolastica dell’Itis Fermi di Bassano – abbiamo saputo della tragedia ieri mattina, alla chiusura della scuola: è stata una doccia fredda, un grande dolore. Partecipiamo al lutto della famiglia che è anche nostro, dell’istituto». Lo zio Giancarlo Visentin non trova le parole: «Era un ragazzo simpatico e solare, con la testa sulle spalle. Siamo sconvolti».
La dirigente scolastica Lo abbiamo saputo alla chiusura della scuola, il lutto della famiglia è anche il nostro