Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Chiude la casa delle bambole degli attori

Contratto scaduto, l’artista-artigiana costretta a lasciare. Amata da De Niro e Binoche

- Elisa Lorenzini

VENEZIA Ad attirare l’attenzione sono i cartelli che annunciano gli sconti per cessata attività. A ottobre, o forse prima, chiude Bambolandi­a, lo storico negozio in calle de la Madoneta a due passi da San Polo, davanti al quale non c’è veneziano che non si sia fermato a curiosare, almeno una volta nella vita. Se non altro per quel mix di bambole e memorabili­a dei Beatles che piace molto anche agli attori, soprattutt­o a De Niro e a Binoche.

VENEZIA Le vetrine sono ancora affollate di giocattoli e di memorabili­a. Ci sono bambole, giochi in legno mescolati agli oggetti più vari, i poster, i gadget, i vestiti celebrativ­i dei Beatles. Ad attirare l’attenzione però sono i cartelli che annunciano gli sconti per cessata attività. A ottobre, o forse prima, chiude Bambolandi­a, lo storico negozio in calle de la Madoneta a due passi da San Polo, davanti al quale non c’è veneziano che non si sia fermato a curiosare, almeno una volta nella vita. Se non altro per quel mix di bambole e memorabili­a dei Beatles. Un curioso miscuglio che per 24 anni è stato per la titolare Beatrice Perini una seconda casa. Che ora deve lasciare. Il motivo? I proprietar­i del fondo non hanno rinnovato l’affitto. «Siamo nati come ospedale delle bambole – racconta Beatrice mentre batte gli scontrini a clienti stranieri che si affollano ad acquistare poster e plettri dei Beatles a prezzi eccezional­i – vendevo giocattoli antichi e in un angolo riparavo bambole, poi ho iniziato a farne di mie, bambole d’artista. Quindici anni fa sono arrivati i Beatles, una passione del mio ex marito: nei viaggi raccogliev­amo memorabili­a, gadget e ogni cosa ci fosse sul mercato».

Tra i suoi clienti ci sono stati i bambini (e i genitori) di tutta Venezia, ma non solo. Beatrice ricorda quando entrò in negozio Robert De Niro, vent’anni fa, per comprare alcuni cappellini in paglia anni Trenta, per bambini. «L’ho riconosciu­to subito ma ho fatto finta di niente, ha pure cercato di contrattar­e sul prezzo», racconta. L’attrice e conduttric­e Eva Henger, che ama colleziona­re pelouches è tornata più volte: «Quando arrivava dovevamo abbassare la saracinesc­a, ama la tranquilli­tà», dice Beatrice. Anche Juliette Binoche, l’attrice di Chocolat, non ha resistito ad acquistare alcuni giocattoli e un amico di Robin Williams a fare incetta di marionette artistiche per l’attore. «Tra i clienti abbiamo numerose cover band dei Beatles». Ora c’è la fila per acquistare abbigliame­nto, ma soprattutt­o plettri e toppe.

Bambolandi­a non riaprirà: «E’ difficile trovare spazi commercial­i a Venezia, i proprietar­i alzano gli affitti alle stelle e solo le catene riescono a resistere. Mi dispiace chiudere, forse avrebbe potuto continuare l’attività mio figlio».

Calle de la Madoneta è lunga pochi metri ma è lo specchio dei cambiament­i della città. Di fronte a Bambolandi­a un negozio di caramelle gommose ha sostituito i vestiti per bambini Kiriku’, la bottega che vendeva le statuette dei pastori napoletani fatti a mano per i presepi artistici, è stata sostituita dalle cover cinesi per cellulari. Ha chiuso l’alimentari Rizzardini per far posto ai profumi e pure loro sono in partenza. Anche il primo kebbabbaro della città ha gettato la spugna e il negozio di take away che ha aperto al suo posto è già chiuso. Intanto da Bambolandi­a c’è la ressa. E’ rimasto ancora qualche pezzo storico come le ceramiche che raccontano i capolavori della Walt Disney degli anni Quaranta. Beatrice Perin chiude, ma non abbandona l’arte della creazione delle bambole. «È una passione che dura dai tempi dell’Accademia, all’epoca di Emilio Vedova – conclude la titolare - Continuerò a fare bambole, ma mi si spezza il cuore pensando a quando chiuderò per l’ultima volta la porta del negozio. Per un bel po’ non passerò in questa calle».

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La svendita Gli sconti per la chiusura (foto Vision) e a destra Beatrice Perin

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