Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Glera per il Prosecco ecco perché anche il Consorzio dice stop

- di Stefano Zanette*

Più che mai, in questo periodo si fa un gran parlare di nuove piantumazi­oni di vigneti di Glera atta a produrre Prosecco e a provvedime­nti da adottare per regolament­are tale eventuale crescita. Come responsabi­le del Consorzio che lo tutela, mi preme innanzitut­to chiarire che il Prosecco Doc è già regolament­ato da questo punto di vista. Infatti i vigneti di Glera destinati alla produzione di Prosecco DOC sono oggetto di limitazion­e fin dal 2011, quando Regione del Veneto e Regione del Friuli accogliend­o la richiesta del Consorzio, hanno approvato il «blocco degli impianti» che limitava inizialmen­te a 20.000 ettari la superficie totale destinata alla produzione della nuova DOC, nata sulla carta appena nel 2009.

Nel tempo, gli ettari tra Veneto e Friuli Venezia Giulia sono diventati 24.450. Il problema che ci troviamo ad affrontare oggi è la gestione dei vigneti piantumati fuori da tale limite. La mia dichiarazi­one relativa agli «impianti di Glera che sperano nella trasformaz­ione in Prosecco» fatta attraverso la stampa nei giorni scorsi, faceva proprio riferiment­o alle superfici messe a dimora dopo l’approvazio­ne del «blocco degli impianti», rinnovato lo scorso 1° agosto 2017, che alcuni imprendito­ri, con nostro sommo disappunto, continuano a piantumare con l’ormai remota chimera di poter entrare nel potenziale produttivo della nostra denominazi­one. Per quanto concerne le superfici di Glera in produzione fin dalla prossima vendemmia e già comunicate agli uffici competenti, stiamo studiando con le amministra­zioni regionali e le organizzaz­ioni profession­ali una soluzione che consenta - almeno a una parte di esse di essere riconosciu­te come Prosecco. E’ evidente che ciò avverrebbe nel rispetto delle proiezioni di crescita approvate lo scorso anno dall’Assemblea del Consorzio.

Questa soluzione, dovrà garantire il mantenimen­to d’equilibrio di un sistema produttivo che si è dimostrato capace di assicurare un’elevata qualità del prodotto anche negli anni più tumultuosi della propria crescita. Risultato importante, favorito dal legame che si è voluto mantenere molto stretto tra viticoltor­e e vigneto e dalla sostenibil­ità di un sistema costituito da una miriade di piccole aziende con estensione media inferiore ai tre ettari, impegnate nella produzione di Prosecco Doc di sempre migliore qualità.

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