Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Glera per il Prosecco ecco perché anche il Consorzio dice stop
Più che mai, in questo periodo si fa un gran parlare di nuove piantumazioni di vigneti di Glera atta a produrre Prosecco e a provvedimenti da adottare per regolamentare tale eventuale crescita. Come responsabile del Consorzio che lo tutela, mi preme innanzitutto chiarire che il Prosecco Doc è già regolamentato da questo punto di vista. Infatti i vigneti di Glera destinati alla produzione di Prosecco DOC sono oggetto di limitazione fin dal 2011, quando Regione del Veneto e Regione del Friuli accogliendo la richiesta del Consorzio, hanno approvato il «blocco degli impianti» che limitava inizialmente a 20.000 ettari la superficie totale destinata alla produzione della nuova DOC, nata sulla carta appena nel 2009.
Nel tempo, gli ettari tra Veneto e Friuli Venezia Giulia sono diventati 24.450. Il problema che ci troviamo ad affrontare oggi è la gestione dei vigneti piantumati fuori da tale limite. La mia dichiarazione relativa agli «impianti di Glera che sperano nella trasformazione in Prosecco» fatta attraverso la stampa nei giorni scorsi, faceva proprio riferimento alle superfici messe a dimora dopo l’approvazione del «blocco degli impianti», rinnovato lo scorso 1° agosto 2017, che alcuni imprenditori, con nostro sommo disappunto, continuano a piantumare con l’ormai remota chimera di poter entrare nel potenziale produttivo della nostra denominazione. Per quanto concerne le superfici di Glera in produzione fin dalla prossima vendemmia e già comunicate agli uffici competenti, stiamo studiando con le amministrazioni regionali e le organizzazioni professionali una soluzione che consenta - almeno a una parte di esse di essere riconosciute come Prosecco. E’ evidente che ciò avverrebbe nel rispetto delle proiezioni di crescita approvate lo scorso anno dall’Assemblea del Consorzio.
Questa soluzione, dovrà garantire il mantenimento d’equilibrio di un sistema produttivo che si è dimostrato capace di assicurare un’elevata qualità del prodotto anche negli anni più tumultuosi della propria crescita. Risultato importante, favorito dal legame che si è voluto mantenere molto stretto tra viticoltore e vigneto e dalla sostenibilità di un sistema costituito da una miriade di piccole aziende con estensione media inferiore ai tre ettari, impegnate nella produzione di Prosecco Doc di sempre migliore qualità.