Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Il pilone crollato era costruito male»

L’incidente sul ponte della Libertà: la perizia scagiona Veneto Strade e Pmv

- Zorzi

Nessuna carenza di manutenzio­ni e, quindi, nessuna colpa imputabile a Veneto Strade e a Pmv finite sotto accusa dopo il crollo di un pilone-portale sul ponte della Libertà lo scorso 25 febbraio. A causare il crollo, secondo una relazione tecnica della procura sulla tragedia sfiorata, è stato un vizio di costruzion­e. Rischia dunque di chiudersi con un nulla di fatto l’inchiesta sul crollo del pilone sul ponte della Libertà, sferzato dai violenti venti di «Burian».

VENEZIA Non è stato un problema di manutenzio­ne, ma di costruzion­e. E siccome quel «pilone-portale» è lì da vent’anni e più, in ogni caso sarebbe tutto prescritto: tra l’altro, pare, l’Anas non è stata comunque finora in grado di trovare le carte dell’epoca per poter dire chi l’avesse progettato e costruito. Rischia dunque di chiudersi con un nulla di fatto l’inchiesta sul crollo del pilone sul ponte della Libertà, sferzato dai violenti venti di «Burian» dello scorso 25 febbraio. O questo, perlomeno, pare emergere dalle decine di pagine di relazione tecnica depositate nei giorni scorsi sul tavolo del pm Raffaele Incardona, che aveva aperto un fascicolo per attentato alla sicurezza dei trasporti, e notificato ai difensori delle due persone che erano state iscritte sul registro degli indagati: gli avvocati Gabriele Civello e Mario Barioli per l’ex amministra­tore unico di Pmv Antonio Stifanelli e il collega Marco Vassallo per il responsabi­le delle manutenzio­ni di Veneto Strade Ivano Zattoni.

I due erano stati indagati sulla base dell’ipotesi che ci fossero state delle carenze nelle manutenzio­ni in questi anni (per Zattoni) oppure dei danni nel corso dei lavori del tram sul Ponte, eseguiti dalla Pmv guida da Stifanelli. Ma la consulenza tecnica, firmata dal noto ingegnere padovano Renato Vitaliani, li scagiona, affermando che quella struttura aveva dei difetti genetici, che risalgono appunto a quando venne realizzata. In particolar­e, infatti, mancava uno strato di cemento tra la piastra, oggi coperta di asfalto, e la base del pilone. Negli anni quello spazio vuoto si è inoltre riempito di acqua, che probabilme­nte ha reso ancora più deboli i bulloni, tanto che già dalle prime indagini eseguite nei giorni successivi da Veneto Strade era emerso che metà della dozzina che ancorava il pilone si erano spezzati sotto i colpi del vento, mentre gli altri erano già erosi dalla ruggine. «E’ evidente che c’è stato un problema di fondazione, ma dobbiamo capire la causa», aveva detto subito l’ad Silvano Vernizzi.

Questo si è potuto verificare solo aprendo la base del pilone. L’ingegner Vitaliani ha inoltre rilevato che i bulloni erano sottodimen­sionati e che uno dei «tirafondi» (cioè le grandi viti che lo ancoravano a terra), pare proprio quello che si è rotto, aveva dei segni di saldatura, che dunque lo rendevano più soggetto a rottura sotto un forte carico. Ora toccherà al pm decidere il da farsi, con però tutte le controindi­cazioni di cui sopra, soprattutt­o sulla prescrizio­ne del reato. A quell’epoca il gestore dell’arteria di collegamen­to tra centro storico alla terraferma era Anas, mentre solo successiva­mente è passata a Veneto Strade, con poi l’affidament­o a Pmv per i cantieri del tram.

Il crollo del pilone aveva destato un certo scalpore, anche perché da un lato aveva bloccato per ore l’accesso a Venezia, dall’altro si era rischiata la tragedia, visto che una macchina era riuscita a frenare solo all’ultimo momento prima di finirci addosso. Dopo il crollo, Veneto Strade ha verificato anche gli altri due piloni di sua competenza e li ha messi in sicurezza, rinforzand­oli con una piastra bullonata aggiuntiva da fissare alla base del portale.

 ?? Tragedia sfiorata ?? Il pilone crollato lo scorso 25 febbraio sul Ponte della Libertà
Tragedia sfiorata Il pilone crollato lo scorso 25 febbraio sul Ponte della Libertà

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