Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Modello-Veneto sopravvalutato, il ministro ora non faccia autogol»
Bartelle Bisogna dire basta a questa visione da megalomani. Le spese vanno ridimensionate
La pasionaria Cinque VENEZIA stelle, la chiamano. Ciuffo argento che degrada al blu, o simila. È Patrizia Bartelle, 56 anni, polesana, consigliera regionale grillina dal 2015. Ala dura. E infatti basta nominarle le Olimpiadi o le grandi opere per farle venire il mal pancia. Anche se si tratta di proposte della Lega, cioè dell’alleato «romano» del Movimento.
Cortina 2026. Zaia spinge. A voi invece proprio non piace. È così?
«Mi pare che il nostro capogruppo Jacopo Berti sia stato molto chiaro».
Un no secco.
«Sappiamo bene che non ce la faranno mai a costruire le infrastrutture in tempo». E quindi?
«Non so dove vogliano arrivare. Che senso abbia continuare su qualcosa che non porterà ad avere buoni risultati. Anche se pagherei per essere in prima fila a vedere Berlato con la torcia olimpica che apre i Giochi...»
Cosa la preoccupa?
«I soldi non sono infiniti. Poi, per esempio, cosa potremmo avere per la nostra sanità? E non è l’unica cosa». Ovvero?
«C’è in più la questione ambientale, la sostenibilità innanzitutto».
E la Pedemontana allora? Altro cavallo di battaglia del presidente Zaia?
«Abbiamo buttato dei gran miliardi di euro su quell’opera, ignorando per anni quella che era la volontà dei territori e pensando solo a un discorso economico».
Si tratta però di un’infrastruttura ormai ben avviata e che le categorie economiche ritengono fondamentale...
«Noi invece parliamo da tempo dell’inutilità delle grandi opere, di fare cose che non sono coerenti con la fragilità della nostra montagna. È come la storia del prosecco, che continuiamo a pompare all’inverosimile sapendo che poi i territori sono quelli...».
Secondo lei ci sono degli interessi dietro?
«Più che interessi personali, che al momento non conosco e che comunque se sapessi denuncerei, ritengo che ci sia invece una visione da megalomani. Bisogna ridimensionare questa sopravvalutazione del modello veneto».
Ma non la imbarazza neanche un po’ l’alleanza a Roma?
«Sono piani diversi. Anzi quello che faranno a Roma sarà dirompente. Per cui spero che nessuno faccia il furbo, pensando di staccare la spina al momento opportuno».
E se Toninelli alla fine dicesse sì alla Pedemontana?
«Farebbe autogol, Ma non ho dubbi su quello che il ministro potrebbe dire se venisse a parlare qui con la gente».