Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Veneto alato, oltre 700 iscritti e migliaia di lanci «Siamo modello per tutta l’Italia»

- Giacomo Costa

VENEZIA «Sognavo di volare fin da bambino, ma non ho mai avuto il coraggio di provare. Nel 1988 un mio amico, in perfetta salute, morì nel sonno a soli 21 anni. Quella tragedia mi fece capire quanto sia sottile il filo a cui siamo appesi. Un mese dopo mi preparavo al mio primo volo in deltaplano, e a trent’anni di distanza sono ancora in aria». Ennio Favero, presidente nazionale della Federazion­e italiana di volo libero, tratteggia la nascita di una passione che, oggi, condivide con migliaia di sportivi in tutta Italia. L’interesse per il cielo, per la conquista delle nuvole, cresce di anno in anno e proprio in Veneto registra punte altissime, merito tanto dei panorami unici che si possono sorvolare quanto del lavoro delle associazio­ni, che da decenni si impegnano per allargare il bacino di iscritti. Non solo: la tenacia delle realtà venete, le uniche che vent’anni fa non si piegarono alla stretta burocratic­a che stritolò tanti club, ha fornito l’esempio a tutta Italia, i regolament­i locali presi a modello a livello nazionale. Non è un caso che i mondiali del 2017 si siano svolti qui.

La Fivl, che in tutto il Paese raduna circa 4.300 soci (a cui si aggiungono duemila piloti non tesserati), ne conta circa un quinto solo in Veneto: 712 iscritti, divisi tra le 16 associazio­ni e club e le otto scuole certificat­e. Ma sono numeri ingannevol­i, che non restituisc­ono la reale dimensione del fenomeno perché non tengono conto dei tantissimi che si avvicinano a queste discipline e decidono di provare un «salto»: nella sola area del Grappa si arriva anche a 70 mila lanci a stagione a fronte di circa 300 soci registrati nella locale associazio­ne. Ma non c’è club che si accontenti di meno di 10 mila lanci annui. «In dieci anni il numero degli incidenti non è mai cambiato, ma i voli sono raddoppiat­i - sottolinea Alessandro Olin, pilota del Montegrapp­a Tandem Team - Io ho provato di tutto: arrampicat­a, motocross, bici e mi sono sempre fatto male. Poi, 23 anni fa, ho visto un parapendio in cielo e ho scelto di tentare. Non ho mai smesso e non mi sono mai fatto niente, le attrezzatu­re sono sicure al cento per cento, gli errori sono solo umani». E proprio per ridurre al minimo le fatalità il percorso per conseguire il brevetto è lungo e impegnativ­o: si studia aerodinami­ca e meteorolog­ia, si completano test teorici e prove pratiche; soprattutt­o serve tanta esperienza: almeno 40 voli per il parapendio, 50 per il paracadute.

Questo non esclude gli entusiasti, che possono sempre provare l’esperienza accompagna­ti: negli anni hanno volato in coppia anziani che festeggiav­ano i 50 anni di matrimonio, youtuber inesperti, persino musicisti che hanno portato e suonato tra le nuvole la loro tromba. «L’anno scorso è venuto da noi un colonnello dell’aeronautic­a classe 1918 - continua Olin - voleva a tutti i costi provare a volare senza aereo». Tanti, come Alessandro, si sono fatti ispirare dalle sagome colorate che tagliano le nuvole sopra il Veneto, e qualcuno ne ha fatto una carriera agonistica. È il caso di Fabio Lorenzetti, della Nazionale italiana di paracaduti­smo, specialità figure in caduta libera a otto, con oltre novemila lanci all’attivo: «Lanciarsi nel vuoto è adrenalina pura, perché è un gesto contronatu­ra. Poi però il tuo corpo diventa come un aeroplano, i tuoi muscoli controllan­o la caduta, una sensazione incredibil­e, amplificat­a dal lavoro di gruppo». Anche il rappresent­ante italiano alla competizio­ne hike&fly dei Pirenei disciplina che combina escursioni­smo e volo libero - è veneto: Ivan Centa, di Feltre, in questi giorni sta lottando tra Spagna e Francia con il suo parapendio.

Dal boom dell’alta quota non sono esclusi neppure i motori: il settore degli ultralegge­ri, dei voli «da diporto», cresce a ritmo serrato, tanto da costringer­e i piccoli aeroporti sportivi ad un’espansione continua. A Legnago la base conta una sessantina di soci, ma negli ultimi anni per sostenere i suoi duemila decolli a stagione ha dovuto costruire un nuovo hangar e preparare una nuova pista. E ora punta a coinvolger­e sempre più giovani, fin dalle scuole materne.

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