Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ancora ombre su Sàfilo, vendite in calo del 10%
L’azienda: «Debole avvio della bella stagione». Oggi l’incontro con i sindacati
PADOVA Sàfilo sempre più giù e i lavoratori sudano freddo. I primi sei mesi del 2018 registrano vendite a 492 milioni, cioè dieci punti in meno rispetto al periodo gennaiogiugno 2017, ed un risultato netto negativo per 13,9 milioni (10,4 nella versione «adjusted»), dunque più pesante dei -9,6 di un anno fa.
Oggi pomeriggio le organizzazioni sindacali incontreranno il nuovo amministratore delegato, Angelo Trocchia, subentrato a Luisa Delgado lo scorso 1 aprile. Nella nota diffusa ieri dall’azienda il top manager parla espressamente dell’intenzione di «creare un’organizzazione più snella e una cultura aziendale agile» ma anche della necessità di «allineare in modo significativo la struttura dei costi alle dimensioni del Gruppo per ripristinare un livello adeguato e sostenibile di redditività». Abbastanza per far dire a Denise Casanova, segretaria della Filtcem-Cgil di Belluno, che «le preoccupazioni per l’occupazione ci stanno tutte». In primis per i mille dipendenti dello stabilimento di Longarone, usciti da poche settimane da un periodo di Cassa integrazione ordinaria variamente modulato e durato a lungo. Ma non escludendo certo le maestranze anche di Santa Maria di Sala, Padova e Martignacco (Udine), in sostanza tutti i 2.800 che in Italia operano al servizio del gigante ammalato dell’occhialeria. In che modo il tema possa essere affrontato oggi nel faccia a faccia fra azienda e sindacati le opinioni sono diverse, e non è ovviamente escluso che possano già essere messi sul tavolo indirizzi di politiche occupazionali. «Non è una cosa piacevole – prosegue Casanova – il fatto che questo incontro avvenga a fabbriche ormai chiuse, essendo l’ultimo giorno di produzione prima delle ferie. Dunque potremo parlare ai lavoratori attraverso comunicati e non nelle assemblee».
I conti di ieri, ad ogni modo, non cadono certo inaspettati. Un qualche cenno di ottimismo si era colto lo scorso marzo dalle parole del presidente esecutivo, Eugenio Razelli, quando aveva pronosticato, per il 2018, «un progressivo recupero delle normali condizioni di business nei mercati maturi mentre i paesi emergenti dovrebbero continuare a crescere più marcatamente, supportando così il complessivo sviluppo del portafoglio marchi». Nel report del Consiglio di amministrazione di ieri, invece, l’azienda rileva che «in seguito al debole avvio della stagione sole, proseguito durante tutto il corso del secondo trimestre, Safilo ha rivisto le proprie aspettative per l’esercizio 2018, con il totale delle vendite nette previsto ora in calo di circa il 3% a cambi costanti (circa -6% a cambi correnti) rispetto ai 1.035,4 milioni di euro registrati nel 2017». Così l’orizzonte viene affidato all’aggiornamento del piano industriale al 2020 in cui si prevedono «vendite nette in moderata crescita sul 2018 e un forte recupero della marginalità» principalmente, come detto, attraverso la riduzione dei costi. La crescita dei ricavi è previsto intorno al 2% (circa +4%, escluso il business Gucci) nel 2019 e nel 2020, mentre l’Ebitda dovrebbe toccare l’8%-10% delle vendite nel 2020.