Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’estate «fuori tempo» negozi chiusi per ferie piumini già in vetrina
Franceschi: nuovi orari. Salta «Chi apre chi chiude»
MESTRE Qualcuno per una settimana, molti per quindici giorni, ma c’è persino chi ha scelto di prendersi tutto il mese di agosto - il più caldo dell’anno – come pausa prolungata dal registratore di cassa. A Mestre, però, la stagione non è rovente solo a causa delle temperature estive: tra nuovi alberghi da centinaia di posti letto, servizi integrati con la laguna e - ormai tra pochissimo l’apertura dell’M9, la terraferma non fa mistero della sua rinnovata vocazione recettiva. In un simile contesto, vedere piazza Ferretto svuotarsi per settimane sembra un controsenso. E, restando in tema di tempestività, chi tiene aperto spesso ha scelto di bruciare le tappe, e così tra le vetrine che annunciano saldi e sconti spunta persino qualche cappotto invernale. Quello sì, spesso, a beneficio dei turisti, che possono tornare in patria con un piumino «comprato in Italia».
Ad agosto chiude il caffé Goppion, chiude l’antica drogheria Caberlotto, chiudono la «succursale» di Foot Locker e il punto vendita Tim, contravvenendo alle logiche da franchising che normalmente non conoscono riposo. Neppure il multisala Img di piazzale Candiani si sottrae alla vecchia pausa estiva, una consuetudine che si credeva archiviata da quando le case di produzione cinematografiche hanno cominciato a sfornare pellicole a ciclo continuo, anche se quest’anno sembra non essere così. C’è anche chi ha cambiato i propri orari, pensando ad un’estate «a mezzo servizio»: il centro Wind, ad esempio, ha scelto di ritagliarsi una pausa pranzo. D’altronde all’ombra della Torre civica si seguono ancora meccanismi che, altrove, sono stati scardinati da tempo: basti pensare che, tra mezzogiorno e le 16, è ancora difficile trovare porte aperte, ovunque campeggiano i cartelli che giustificano la pausa pranzo. Allontanandosi dalla piazza, comunque, la situazione non migliora, neppure spostandosi lungo le direttrici che dall’area pedonale conducono fino alla stazione, le stesse che in questi mesi stanno venendo colonizzate da ostelli e alberghi di nuova costruzione: in via Cappuccina e via Piave si possono riconoscere le stesse insegne che annunciano ferie, persino in luoghi simbolo della città come la pasticceria Rosa Salva, che neppure nel 2018 si risparmia il suo mese di chiusura — dal 4 agosto al 4 settembre — una tradizione per l’istituzione mestrina. Chi resiste parla di un’estate da record, in cui si registrano incassi che giustificano la fatica di lavorare a 35 gradi, perché il boom turistico è già esploso a Mestre, come conferma Alessandro Burgarella, presidente dell’associazione veneziana albergatori per la terraferma: «In questo periodo Mestre ha numeri anche migliori di Venezia, una cosa mai successa fino ad ora».
Perché quindi non si è scelto di accompagnare l’onda turistica? «I veri effetti positivi della ricettività mestrina si vedranno solo tra qualche tempo — spiega Maurizio Franceschi, direttore di Confesercenti — Presto sarà il mercato a pretendere maggiore disponibilità e le botteghe non potranno fare altro che adeguarsi. Serve però anche una regia unica, che unisca le tante realtà private, l’interesse pubblico e anche i servizi. Ecco perché abbiamo avviato il distretto del commercio, riconosciuto dalla Regione. Basta solo il tempo per attivarlo». E per orientarsi nell’imminente giungla delle chiusure, a partire dal prossimo anno, sarà disponibile uno strumento in più, il servizio «Chi apre, chi chiude» della Cgia di Mestre, in altra forma: «Quest’anno, per mancanza di finanziamenti, non abbiamo potuto avviarlo — conferma Paolo Zabeo, coordinatore dell’ufficio studi — Ma dal 2019 tornerà e sarà consultabile online».