Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Stazioni, palazzi, parchi bloccati 21 progetti Brugnaro: ripensateci
Il sindaco rientra dalle ferie. Allo studio anche azioni legali
VENEZIA Atvo stava per pubblicare la gara per l’assegnazione dei cantieri del nuovo terminal dei bus: spera ancora che a settembre la Camera bocci l’emendamento dello scandalo ma nel frattempo ha deciso di fermarsi. Anche i disegni esecutivi di Rfi, che nel Veneziano dovrebbe riqualificare ben dieci stazioni ferroviarie, sono pronti e i lavori potrebbero partire subito. A Portogruaro, invece, l’amministrazione ha speso 200 mila euro per i progetti di riqualificazione e bonifica dell’area ex perfosfati a parco archeologico ma rischia di aver investito i soldi per niente.
Gli effetti del blocco dei finanziamenti del Piano periferie - se saranno confermati a settembre dalla Camera - nella Città metropolitana saranno drammatici: 21 interventi e oltre 72 milioni di euro di opere potrebbero non vedere mai la luce. Tra le infrastrutture più attese, c’è il pacchetto di riqualificazione delle stazioni del sistema ferroviario metropolitano (Sfmr), in partnership con Rfi, da Porto Marghera a San Donà di Piave con a fianco un terminal per i bus, fino a Portogruaro, Meolo, Fossalta di Piave, Ceggia, San Stino di Livenza e MiraMirano. «Spero che non sia la scelta definitiva e che l’emendamento alla Camera possa essere corretto - commenta il sindaco Luigi Brugnaro - Sono già stati contrattualizzati lavori per 1,6 milioni di euro, di cui 1,1 già realizzati, sono risorse anticipate dai diversi enti e che non si saprà se saranno riconosciute ma la cosa che più preoccupa è la battuta d’arresto che subiranno opere pubbliche funzionali e indispensabili per i nostri concittadini i cui interessi dobbiamo difendere e a cui dobbiamo rendere conto».
Oltre alle stazioni, ci sono interventi conservativi come la riqualificazione dell’area ex perfosfati (4,8 milioni di euro a Portogruaro), il riuso di Villa Angeli a sede Enaip (Dolo, 900 mila euro), la nascita della Cantina dei talenti al posto dell’ex cantina sociale (San Donà) e tutta una serie di opere pensate per migliorare la qualità della vita e dei servizi al cittadino. Tutti progetti pronti: «Avevamo lavorato così bene, in accordo tra sindaci, la Camera deve bocciare l’emendamento - si sfoga il leghista Massimo Sensini, vicesindaco della Città metropolitana e sindaco di Fossalta di Piave, è amareggiato - Non è questo il modo di lavorare, se vuoi rilanciare il Paese devi costruire le fondamenta perché l’economia riparta: se dobbiamo andare avanti così, meglio tornarcene a casa e votare di nuovo». A Venezia, oltre alla riqualificazione della stazione di Marghera, il Comune ha chiesto e ottenuto fondi per ultimare la Cittadella della giustizia (17 milioni), per il restyling del Palazzo del Casinò al Lido (12 milioni) e manutenzione ai forti cittadini. «È sconvolgente - tuona l’assessore ai Trasporti Renato Boraso - Mi auguro che il presidente Conta intervenga a bloccare questa follia e che prenda posizione anche il capo della Procura di Venezia, il tribunale è necessario». A San Donà, il sindaco Andrea Cereser è pronto a dare battaglia, «se non si sistemano le cose, la reazione dei sindaci dovrà essere pesante. Dovremo incatenarci a Roma . È molto preoccupante e non so nemmeno se sia legale bloccare fondi stanziati, quanto accaduto mostra incompetenza: accordi già siglati e convenzioni non si revocano, non lo ha mai fatto alcun governo».
Se la diplomazia e il pressing politico su Roma non daranno i frutti sperati, potrebbero partire azioni legali contro lo stop al Piano periferie.
Luigi Brugnaro Ciò che più preoccupa è la battuta d’arresto che subiranno opere pubbliche funzionali e indispensabili per i nostri concittadini
Massimo Sentini Non è modo di lavorare, per rilanciare il Paese devi costruire le fondamenta: se si deve andare avanti così, meglio votare di nuovo