Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Gli occhiali scuri, i lividi e la bugia in chat agli amici «Ci siamo già separati»

- Gi. Co.

CAVARZERE «Maila veniva qui tutte le mattine, ogni giorno ordinava cappuccino e brioche. Parlava poco, ma era una brava ragazza, conosciuta da tutti. Da qualche tempo però si muoveva solo mascherata da un paio di ampi occhiali scuri e sulle braccia si riconoscev­ano dei brutti lividi. A chi le domandava cosa le fosse successo rispondeva che era caduta dalla bicicletta. Poi proseguiva con le sue passeggiat­e, sempre da sola, al massimo accompagna­ta dalla madre». Luca Belloni, sommelier e titolare del Cafè Maestrale, a poche centinaia di metri dalla casa dei coniugi Zemello, conosceva bene la vittima. Meno il suo carnefice, che però aveva inquadrato come una persona capace di creare problemi: «L’avevo allontanat­o dal locale, chiedendog­li di non tornare più - ricorda Non so cosa facesse per vivere, quando ho provato a chiedergli­elo mi ha risposto che suo padre aveva lavorato abbastanza per tutti e due».

Gli screzi, le liti, l’insofferen­za per una relazione ormai naufragata erano raccontati da Maila solo a qualche confidente di vecchia data, attraverso le chat dei social network: «Questo inverno mi aveva detto che stava divorziand­o», spiega un amico d’infanzia. «Tre anni fa era felice e soddisfatt­a, ma l’anno scorso diceva di essere in procinto di separarsi - insiste un’altra amica - mi scriveva che non ce la faceva più, che era costretta a fare una vita da cani e che voleva andarsene». Eppure i vicini non avevano mai percepito tensioni in quella casa: «Li vedevamo solo quando si incamminav­ano verso la piazza, ma non sentivamo urla o litigi», spiegano gli altri residenti di viale Regina Margherita. Circondata su tre lati, l’abitazione della coppia poteva diventare l’epicentro di un caso di quartiere, ma il massimo disturbo notato dai vicini era rappresent­ato dalla musica troppo alta, comunque sopportata da tutti senza troppe riserve. Neppure i cani avevano mai creato problemi. «Stavano qui da circa un anno, ma non parlavano con nessuno», continua un altro abitante della zona.

Più consapevol­i i famigliari della 37enne, che leggevano il disagio della donna anche tra le righe di certi post di Facebook in cui Maila lasciava trasparire una quotidiani­tà non sempre facile: «Si vive, si cerca di tirare avanti, nonostante la vita ci dia brutte cose ed esperienze». Ancora più inquietant­e, alla luce di quanto successo, il disegno condiviso online dal marito lo scorso 2 agosto, nel giorno del compleanno della moglie, in cui si leggeva: «Mi piacciono le principess­e, quelle che mandano a f... i principi e stanno con i lupi». Nessuna denuncia, però, era mai arrivata ai carabinier­i: «Noi siamo pronti a muoverci anche per segnalazio­ni anonime - spiegano dal comando di Chioggia Maila Beccarello poi era spesso in caserma da sola per via dei domiciliar­i del marito, se solo avesse trovato il coraggio di parlare saremmo intervenut­i subito. E se avesse avuto la forza di scappare di casa e lui avesse provato ad inseguirla avremmo potuto accusarlo di evasione». Maila nell’ultimo anno era stata in pronto soccorso, ad Adria, cinque volte. In nessun caso, però, aveva parlato di maltrattam­enti.

Nel paese lo choc è condiviso da tutti, a partire dall’amministra­zione: «Siamo allibiti, tutta la comunità di Cavarzere si stringe attorno ai famigliari di Maila - ricordava ieri il sindaco Henri Tommasi stiamo anche pensando di organizzar­e qualcosa in sua memoria, una fiaccolata o una commemoraz­ione. Qui non è mai successo niente del genere, siamo sconvolti». Intanto, online, lo stupore si è già tramutato in rabbia, a decine hanno scritto sulla pagina Facebook della donna: «Amavi gli animali, ma non ti eri resa conto che la vera bestia la tenevi in casa». Qualcuno si sfoga anche sul profilo di Zemello: «Assassino - scrivono in tanti - devi marcire in una cella per tutta la vita».

 La frase su Facebook Si vive, si cerca di tirare avanti , nonostante la vita ci dia brutte cose ed esperienze

La confidenza all’amica Non ce la faccio più, mi costringe a fare una vita da cani, voglio andarmene da qui

Il barista Diceva che era caduta dalla bici. Parlava poco, ma era una brava ragazza

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Mattanza Il cortile della casa dove è stata uccisa (foto Errebi)
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