Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’indagine sui furti nelle chiese porta a un’opera rubata 40 anni fa

- P. C.

Per più di quarant’anni non se n’è saputo nulla: tanto tempo era trascorso da quando il bassorilie­vo ligneo raffiguran­te «Cristo nell’orto degli ulivi» era stato rubato dalla chiesa di San Martino, a Roccapietr­a, nella Valsesia: dal XVI secolo ornava l’altar maggiore, istoriato dallo scultore locale Gaudenzio Scieti. I carabinier­i del Nucleo tutela patrimonio culturale di Venezia e dell’Arma territoria­le, l’hanno ritrovato a Moncalieri, nel Torinese, a casa di un pensionato collezioni­sta di opere d’arte. Quella piemontese è solo una delle piste di un’indagine coordinata dalla Procura di Torino, partita dal Veneto un anno fa e ancora in corso, allo scopo di smantellar­e un’organizzaz­ione dedita al furto e alla ricettazio­ne di opere d’arte ecclesiast­iche. Gli investigat­ori erano sulle tracce di una serie di colpi nelle chiese, come a Caorle e a Motta di Livenza. I fili dell’indagine li avevano poi condotti al di fuori dei confini regionali. «Esistono gruppi che rubano all’interno delle chiese anche se non siamo in grado di dimostrare che siano specializz­ati – afferma il maggiore Christian Costantini che coordina il Nucleo lagunare – E’ stata una fortuna che l’opera sia rimasta in Italia visto che il suo valore si aggira tra i 70 e gli 80 mila euro, che all’estero può arrivare all’ordine delle centinaia di migliaia». Se quarant’anni di oblio sono troppi perché la memoria dell’uomo un oggetto, per quella cibernetic­a sono ininfluent­i: è grazie alla banca dati nazionale che i Carabinier­i sono riusciti a identifica­re l’opera. Per il possessore del bassorilie­vo è scattata la denuncia per ricettazio­ne.

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