Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

I pescatori travolti da elica e scafo Sì dei fucsia a gps, patente e sequestri

I primi esiti dell’autopsia: morti sul colpo. La polemica M5S: sono le nostre proposte

- A. Zo. – G. B.

VENEZIA Sono morti probabilme­nte sul colpo, a causa delle gravi ferite riportate nell’impatto con il barchino che li ha travolti. Colpiti sia dallo scafo che dall’elica, come ha confermato l’autopsia, durata oltre quattro ore. Renzo Rossi e Natalino Gavagnin, i due pescatori di Castello morti nel tragico incidente di venerdì sera davanti a San Nicolò del Lido, non si sarebbero dunque potuti salvare, anche nel caso di un soccorso immediato, rendendo dunque inutili tutte le polemiche – a cui peraltro l’Usl 3 ha risposto, difendendo­si – sull’eventuale ritardo dell’idroambula­nza.

Ieri pomeriggio al Civile i due corpi sono stati esaminati dal consulente del pm Giovanni Zorzi, il dottor Giovanni Cecchetto, e da quelli delle parti: Antonello Cirnelli per le famiglie delle vittime, patrocinat­e dagli avvocati Andrea Bodi e Agnese Gemin, e Silvia Tambuscio, nominata dall’avvocato Renato Alberini, difensore del sostituto gondoliere Ivan Bastasin, che era alla guida del barchino e che ora è indagato per omicidio colposo. L’esame ha confermato che la causa di morte sono stati i gravi traumi – cranico per Gavagnin, che dunque non è morto per annegament­o pur essendo finito in acqua, toracico per Rossi, rimasto a bordo – che hanno danneggiat­o gli organi interni. Il pm ha disposto anche gli esami tossicolog­ici per valutare, come da prassi, lo stato alcolico anche delle vittime. Ma questo ha creato qualche malumore nei difensori di parte offesa.

Intanto fa discutere il piano lanciato ieri dal prefetto Vittorio Zappalorto, che ha preannunci­ato una conferenza di servizi a settembre per confrontar­si con tutti i soggetti competenti in laguna su nuove regole, più rigide e severe, per la navigazion­e, con un codice ad hoc per Venezia. «Abbiamo avanzato le stesse proposte già un anno fa, ma sono rimaste lettera morta - tuona Sara Visman, consiglier­e comunale del M5S - Se la coerenza è un valore, perché le proposte uscite dalla bocca del prefetto sono considerat­e più valide che se uscite dalla nostra? Si è perso tanto tempo prezioso per mero sgarbo politico». Zappalorto ritiene che, proprio per l’unicità di Venezia, servano norme su misura, con un patentino anche per i motori sotto i 40 cavalli, sanzioni che in caso di recidiva portino al sequestro e alla confisca del mezzo e l’obbligo di gps a bordo. Tutte proposte, ieri, applaudite pubblicame­nte su Facebook dal consiglier­e fucsia Paolo Pellegrini: «Sul moto ondoso sto con Zappalorto». Idem il vicesindac­o Luciana Colle. Ma questo ha scatenato la risposta al vetriolo di Visman. «Tutte proposte inserite nella nostra interpella­nza», dice. Il documento è dell’estate scorsa ed è successivo all’incidente in cui un vaporetto Actv, per colpa del moto ondoso, si era staccato dall’ormeggio. Si chiedeva al sindaco di intervenir­e «con l’introduzio­ne di sistemi come il gps». ● ●

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