Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La cultura lo piange gli amici lo ricordano ironico e severo «Lezioni di qualità»
L’editoria e la politica concordi: un visionario
«Abbiamo festeggiato insieme il nostro 70esimo compleanno, qualche anno fa. Tante risate, ci siamo presi in giro e stuzzicati a vicenda. E abbiamo fatto il bilancio della nostra vita. Mi piace ricordare quel momento: due amici, due veneziani». Paolo Costa, memoria storica di Venezia (ha ricoperto ogni ruolo, dal sindaco, al ministro, al rettore dell’Università), rievoca quella festa con Cesare De Michelis, i calici e l’allegria. «Mille volte ci siamo confrontati sul futuro della nostra Venezia dice - e anche scontrati. Ma se penso al mestiere autentico dell’intellettuale, mi viene in mente solo lui, che ha sempre messo la sua cultura e intelligenza al servizio della comunità».
In tanti, tantissimi ieri hanno voluto ricordare Cesare De Michelis, dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati: «La cultura perde uno dei suoi più illuminati ed appassionati divulgatori e il Veneto uno dei suoi personaggi più illustri», al presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano: «Irreparabilmente colpito dalla perdita di De Michelis, personalità di grande limpidezza per il mondo dell’editomena ria e della cultura». E poi il governatore del Veneto Luca Zaia: «E’ scomparso un grande veneto, sinonimo di industria culturale e di vera capacità di visione». Ma sono gli amici, soprattutto a piangerlo. Tante anime, quelle di Cesare De Michelis: intellettuale appassionato, editore visionario, politico bruciante di idee. «Piango un amico e maestro di vita - dice Maurizio Sacconi - . La sua memoria è parte di una storia collettiva». Nereo Laroni, ex sindaco di Venezia e poi nella giunta in cui De Michelis fu assessore: «Eravamo come fratelli. Quello che più mi resta è la sya straordinaria umanità: un uomo buono come pochi. Intelligenza e vis retorica uniche. Negli anni Novanta Cesare De Michelis con Emanuela Bassetti (gentile concessione Graziano Arici) Negli ultimi tempi abbiamo avuto discussioni animate. Ma gli riconosco che aveva previsto prima di tutti ciò che sarebbe accaduto nella politica italiana». Giuliano Segre, presidente Fondazione Venezia 2000: «Grande qualità scientifica nel suo mestiere di docente, ma quello che mi ha sempre colpito era la sua attenzione a Venezia, la visione moderna, l’ossessione una Venezia alla stregua dei tempi». Fabio Franceschi di Grafica Veneta (Trebaseleghe-Padova) che stampa i libri Marsilio: «E’ stato il primo a credere nel progetto di stampare libri in una terra poco vocata: a detta di molti una follia, per lui una sfida da vincere».
La scrittrice di origine ar- Antonia Arslan, per molti anni collega docente all’Università di Padova, dice «Ho sempre rispettato il fatto che De Michelis fosse una persona autentica. E dentro le paludi accademiche dove chi ti deve fregare lo fa con il sorriso, lui diceva sempre in faccia ciò che pensava, senza ipocrisie. Era caratteriale, facile all’ira, ma altrettanto facilmente gli passava. Una persona molto originale, nutrivo per lui un divertito affetto».
Assistente di De Michelis all’Università di Padova, Saveria Chemotti: «Non era un uomo facile, ma il nostro sodalizio umano e professionale è durato 40 anni. Era sempre pieno di idee e progetti». Gaetano Cappelli autore best seller, scrittore di punta Marsilio, si dispera: «Senza di te che sarebbe stata la mia vita? Cesare adorato adesso piango la tua morte». Gian Mario Villalta scrittore e direttore artistico di Pordenonelegge, sottolinea: «E’ stato un interlocutore ironico e severo, ma necessario per tutti noi che abbiamo lavorato nel mondo dei libri».
Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori: «Ha lasciato alla cultura italiana una lezione di qualità, indipendenza e grande passione». «Passione» è la parola che ricorre. «Ci siamo sentiti due giorni fa, per mettere a punto il programma del Festival della Politica - rivela Nicola Pellicani, della Fondazione Gianni Pellicani, di cui De Michelis era presidente - . Per tutti noi era un punto di riferimento. Metteva a disposizione l’immensa cultura, l’esperienza e la rete di relazioni. Abbiamo avuto la sua amicizia, con tutti gli slanci e le spigolature. Ha costruito con i ricercatori l’osservatorio della Città Metropolitana. Cesare ci mancherà».