Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ca’ Farsetti, l’Expo, il referendum «Festival della politica dedicato a lui»
Gli anni da assessore con Rigo sindaco. Quella volta che votò alle primarie
La Fondazione Pellicani gli dedicherà il Festival della Politica a settembre e il sindaco Luigi Brugnaro lo saluta con l’affetto di un amico di vecchia data: «Ciao Cesare, oggi Venezia è triste». Non sono che due delle decine di voci affrante per la scomparsa di Cesare De Michelis: ieri Venezia si è stretta nel dolore e nel ricordo di uno dei suoi concittadini più rispettati e illustri. «Risentiamoci, non riesco a parlare di Cesare», dice l’ex sindaco Mario Rigo, nella cui giunta De Michelis è stato assessore nei primi anni Ottanta. De Michelis non è stato solo il «padre» della casa editrice Marsilio e il fine intellettuale che tutti ricordano con affetto, è stato anche un politico, militante anomalo del Psi e, di recente, dal 2007, quando cioè la Fondazione Pellicani è nata, ne ha fatto parte fino a diventarne tre anni fa presidente. «Ci eravamo sentiti un paio di giorni fa per definire il programma del Festival, seguiva tutte le attività della Fondazione - dice Nicola Pellicani, segretario della Fondazione e onorevole dem - la sua presenza è stata fondamentale: dedicheremo a Cesare il Festival della politica dal 5 al 9 settembre». Alla Fondazione, De Michelis era approdato anche per l’affetto per Gianni Pellicani, che nei suoi anni a Ca’ Farsetti era vicesindaco. «Cesare era un intellettuale prestato alla politica, da assessore all’Istruzione ripensò gli Itinerari educativi in chiave culturale - ricorda Ne- reo Laroni, sindaco di Venezia tra il 1985 e il 1987 - era molto attivo nel gruppo della sinistra socialista lombardiana, ma era uno spirito libero e spesso abbiamo discusso animatamente». «Da assessore, stampò un mio libretto “Arsenale, Arsenalotti” e lo distribuì nelle scuole dice il consigliere comunale fucsia Maurizio Crovato - ha sempre investito nei giovani».
Altro capitolo, l’Expo: «Gianni (il fratello, ndr) la pensò politicamente, lui la animò con le aziende - racconta Giuliano Segre, presidente della Fondazione Venezia 2000 - era il 1985 e fu Cesare a creare il Consorzio a supporto dell’Expo, c’erano Carive di cui ero vicepresidente, il porto, l’aeroporto e altri privati». Il progetto si scontrò contro il no di gran parte della città e il Consorzio Venezia 2000 divenne un’associazione. «Nel 1999 Cesare venne da me perché voleva chiuderla, gli proposi di fare una perizia e lo studio Grimani valutò in 250 milioni di lire il valore immateriale dell’associazione: da lì nacque la Fondazione che oggi presiedo». Dopo l’esperienza da assessore, finì anche la sua partecipazione politico-amministrativa. Stupì tutti, nel 2010, vederlo arrivare a un seggio per le primarie del centrosinistra. «Andò al seggio di San Barnaba e tutti lo accolsero stupiti, Cesare aveva rotto con la sinistra ricorda Laura Fincato, ex onorevole e assessore - Lui rispose: “Sono qui solo per votare Laura (all’epoca sfidava Giorgio Orsoni e Gianfranco Bettin alle primarie, ndr)”». Se la politica in prima linea l’aveva abbandonata agli inizi degli anni Ottanta la passione civica non lo abbandonava mai. Era stata quella a farlo scendere in campo nell’organizzazione del Comitato contro la separazione di Venezia e Mestre in occasione del terzo referendum separatista, insieme a Vittorio Salvagno e molti altri. «Il suo ricordo resterà sempre vivo nella storia del Partito socialista», dice commosso il segretario del Ps Luigi Giordani.
Laroni Era un intellettuale prestato alla politica, quante discussioni