Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il super drone che dà la caccia agli abusivi sulle spiagge
Bibione, comprato dai vigili: «Vede facce nitide a due chilometri e ha già firmato i primi sequestri»
BIBIONE (VENEZIA) Un gruppo di ambulanti di colore, che vendeva merce contraffatta sulla spiaggia è stato individuato e denunciato grazie all’utilizzo di un drone. L’operazione è avvenuta a Bibione, dove il locale comando dei vigili ha da poco acquistato un sofisticatissimo mini-velivolo dotato di telecamera. «Siamo soddisfatti — ha dichiarato il comandante del distretto di polizia locale, Andrea Gallo —, questo investigatore tecnologico cambierà il modo di operare». Il drone, della cinese DJI, è costato 5mila euro. E ha numeri impressionanti, tanto da essere in grado di mostrare in modo nitido il volto di un uomo a due chilometri di distanza. Foto Mirco Toniolo/Errebì
BIBIONE (VENEZIA) Caelum denique! («Infine, il cielo») era l’urlo di battaglia dei crociati. E da ora, c’è da credere, anche quello del distretto della Polizia locale di Bibione — nota località balneare del Veneziano — che attingendo ad un fondo di 50mila euro, stanziato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini nell’ambito del progetto «Spiagge Sicure 2018», ha acquistato un super drone di ultima generazione per scovare dall’alto i vu cumprà.
Idea del comandante, Andrea Gallo, che ieri, non senza una certa soddisfazione, ha mostrato alla stampa l’oggetto del desiderio e i primi risultati da esso ottenuti. «È la prima esperienza a livello nazionale su una spiaggia con un sequestro così cospicuo — ha affermato raggiante l’agente numero uno, seduto dietro alla scrivania del suo ufficio —. E da oggi grazie a questo “investigatore tecnologico” le cose cambieranno, dato che le potenzialità dello strumento sono davvero infinite». E, in effetti, stando al primo blitz, portato a termine nei giorni scorsi — a cui ha dato un contributo fondamentale anche la Guardia di Finanza di Portogruaro — le cose sembrerebbero proprio così.
Le abbiamo viste le immagini prodotte dal drone, ieri. Si scorge dapprima un nugolo di ambulanti di colore che all’interno della pineta di Bibione è intento ad assembleare la paccottiglia: cianfrusaglie, collanine; ma anche borse, a cui vengono apposti in questa sorta di retrobottega boschivo i finti marchi. Il gruppetto, composto da sei persone, si incammina poi sulla spiaggia, ignaro di essere spiato dall’alto dal «ragno» nero ultra-tecnologico. È qui, sulla spiaggia appunto, che gli ambulanti si imbattono nei vigili, che in- tanto erano stati avvisati dei loro movimenti. Sorpresi i sei fanno una rapida retromarcia, cercando di nuovo riparo nella pineta. Ma è una trappola, perché altri due agenti, indirizzati dal drone, sono lì a bloccarli. Bottino: 600 pezzi sequestrati, tra cui 150 borse contraffatte per un valore di circa 25mila euro di merce sottratta al commercio illegale (più una denuncia per ricettazione a carico dei malcapitati). Alla fine del breve video si vede un uomo con la maglietta a strisce bianche e nere che alza lo sguardo verso l’alto e, rivolto all’obiettivo, fa un saluto soddisfatto: è il vice-comandante, Matteo Cusan, in borghese, che annuncia la fine dell’operazione.
E sapete dov’era la telecamera, agganciata al velivolo,
che ha ripreso la scena? A distanza di circa due chilometri dal luogo del «crimine» e a 150 metri di altezza. Coordinate che, da sole, dovrebbero dare conto della potenza di questo aggeggio. I dettagli sono impressionanti: il «mostriciattolo», che costa 5mila euro ed è prodotto dalla cinese «DJI» (si chiama «Matrice 210», che è il top assoluto in ambito civile, come ci ha spiegato l’addestratore Francesco Geraci della «DroneZone», azienda a cui si sono affidati in questa prima fase i vigili di Bibione, in attesa di formare il personale interno), pesa 4 chili, ha un’autonomia di circa 30-40 minuti e, con la telecamere montata (30 x ottico e fino a 180 x digitale), è in grado di rendere l’immagine nitida del volto di una persona a due chilometri di distanza e uno scenario generale addirittura a dieci chilometri. Dieci. «È tutto gestito dall’elettronica — ha aggiunto ancora Geraci —, l’apparecchio può resistere alla pioggia e a raffiche di vento fino a 30 chilometri orari, offrendo sempre un’immagine perfetta e stabilizzata. Mentre se perde per qualche motivo il contatto, è in grado di rientrare alla base seguendo a ritroso il percorso fatto, che è registrato dal cervellone». Per guidare il drone occorrono tre persone: una che scruta il cielo; una che si dedica al monitor, per seguire le riprese; e quindi il pilota vero e proprio, che manovra il joystick. «In più c’è un nostro agente — chiosa il comandante —, che dà ordini su dove dirigere l’apparecchio». Insomma, una dimostrazione di forza. «Cambierà tutto», chiude il comandante Gallo. «E vedrete sarà utile su tanti fronti».
Per il momento, però, tremate vu cumprà.
Il comandante Gallo Da oggi grazie a questo investigatore tecnologico le cose cambieranno, dato che le potenzialità dello strumento sono davvero infinite