Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Sempre più presidi trottola «Noi, a tre ore dalla scuola» E i sindacati: via al concorso
Più istituti a un solo dirigente, crescono le reggenze. Storie e voci
PADOVA Nel 2016 erano state 168, l’anno successivo il numero è salito a 216, quest’anno sono arrivate a 259. Sono le reggenze assegnate dalla direzione generale dell’Ufficio scolastico regionale: singole scuole o interi istituti comprensivi per i quali manca un preside di ruolo che viene così sostituito da un collega già titolare dell’incarico in altre sedi. Un sistema articolato determinato da più fattori che finisce però per generare situazioni particolari anche molto complesse.
Il problema principale, che lo stesso Ufficio scolastico regionale si trova a dover affrontare e tentare di risolvere, è quello della carenza di figure professionali abilitate a ricoprire il ruolo. Attualmente in Veneto i presidi sono circa 320: troppo pochi perché ognuno coordini una sola scuola e così buona parte di loro finisce per ritrovarsi al timone di più strutture. Volenti o no. In alcuni casi, infatti, i dirigenti scolastici si rendono disponibili alle reggenze mentre in altri vengono assegnate d’ufficio, per necessità. Per ciò che riguarda l’anno scolastico 2018/2019, complessivamente sono 259 le reggenze assegnate, 231 relative a sedi normodimensionate, ossia con un numero di studenti che rispetta i criteri ministeriali minimi, e altre 28 per le sedi sottodimensionate. In totale sono poi 76 le reggenze assegnate d’ufficio. Tra esse, inevitabilmente, compaiono anche casi limite come quello di Maurizio Grazio, da otto anni preside del liceo «Berto» di Mogliano ma assegnato anche all’istituto comprensivo «Ugo Foscolo» che raggruppa plessi scolastici situati a Murano, Burano e Sant’Erasmo. «Se è stato necessario guardare ad altre province per cercare il preside che serviva all’istituto comprensivo di Murano significa che non c’erano altre possibilità di scelta» commenta Grazio ai giornali, spiegando poi che per raggiungere le scuole sulle isole impiegherà fra le due e le tre ore.
Situazione simile è quella vissuta da Enrico Ghion, padovano, per sei anni dirigente dell’istituto professionale per servizi commerciali «Carlo Rosselli» di Castelfranco Veneto, che a partire da settembre da un lato riuscirà a riavvicinarsi a casa avendo ottenuto l’incarico presso il liceo artistico «Pietro Selvatico» di Padova ma dall’altro dovrà sobbarcarsi delle trasferte in Laguna, essendogli stato assegnata d’ufficio la reggenza dell’istituto comprensivo «Dante Alighieri» di Venezia: otto plessi scolastici sparsi tra i sestieri Castello, Dorsoduro e l’isola della Giudecca. «Da casa prenderò l’autobus e raggiungerò la stazione ferroviaria, da lì in treno fino a Venezia e poi una trentina di minuti a piedi» illustra Ghion, che ha già pensato al percorso e agli abbonamenti di cui dovrà far- si carico. Al di là delle trasferte, però, il dirigente scolastico pone sotto i riflettori soprattutto la complessità organizzativa determinata da tale organizzazione. «Il Selvatico è un istituto con alle spalle una storia lunga 150 anni, la cui sede originaria quest’anno dovrà essere chiusa per problemi strutturali – argomenta il preside – Si tratta di una situazione che va seguita quotidianamente e da vicino, per questo non avevo chiesto alcuna reggenza. Invece mi è stato assegnato anche il Dante Alighieri, un istituto comprensivo, che per questa sua natura presenta delle complessità notevoli».
Per certi versi paradossale, poi, quanto viene a definirsi per Antonella Bianchin. «Per ragioni personali ho chiesto di essere trasferita in una scuola più vicina a casa. Così sono stata assegnata al liceo Caro di Cittadella» racconta la dirigente scolastica, che tuttavia non dovrà traslocare i suoi averi in un nuovo ufficio: in base alla mobilità lascerà l’istituto comprensivo di Piazzola sul Brenta, ma allo stesso tempo dovrà continuare a dirigerlo in base alla reggenza assegnatale d’ufficio. « Nel mio caso la distanza non rappresenta un problema – spiega – Le difficoltà sono collegate al fatto che dovrò seguire due ordini diversi di scuola, in quanto l’istituto comprensivo va dalla scuola dell’infanzia fino alle medie a cui si aggiunge una scuola superiore».Oltre 2mila studenti, dai 3 ai 19 anni.
«I dirigenti scolastici non sono abbastanza – spiega Daniela Avanzi, segretario regionale dello Snals – L’ultimo concorso risale al 2011 e per il nuovo si è effettuata una prima scrematura ma solo adesso sono partiti i test, quindi servirà almeno un anno per completare l’iter». La richiesta dei sindacati è che venga indetto un concorso ogni due anni per sostituire i dirigenti che vanno in pensione ma il costo per pareggiare il turn over è elevato: «Abbiamo stimato che un titolare costa 50mila euro mentre un reggente 5mila – spiega Teresa Merotto, coordinatrice regionale dei dirigenti scolastici per la Cisl – Ciò che non si è speso in questi anni non è stato però reinvestito sulla scuola». Per risolvere la questione dei «presidi trottola» Merotto propone «di consentire ai dirigenti che dovrebbero andare in pensione di restare in servizio» oppure «di reintrodurre la figura del preside incaricato, ossia affidare l’incarico a un professore». In questo secondo modo per la sindacalista si eviterebbe o almeno ridurrebbe il problema delle reggenze affidate a dirigenti di altre province, un nodo che coinvolge in particolare gli istituti del Bellunese e del Rodigino. «Se ogni dirigente di quelle province avesse avuto una reggenza — riprende Merotto — comunque non si sarebbero coperti tutti i posti vacanti, e così è stato». Un problema che nemmeno il nuovo concorso consentirebbe di superare, perché le poltrone libere supererebbero comunque il numero di dirigenti incaricati. «Non si può fare senza il dirigente di ruolo, non si può pensare di risolvere continuamente con i presidi a scavalco – denuncia Marta Viotto (in foto), segretario generale regionale Flc Cgil – Tutto ciò compromette la qualità, perché ci sono istituti che vorrebbero far partire progetti ma non possono farlo senza dirigente. Senza considerare le difficoltà relative alla carenza anche di dirigenti amministrativi, gli ex segretari».
Antonella Bianchin Sono dirigente del comprensivo di Piazzola sul Brenta, ho chiesto e ottenuto il trasferimento a Cittadella ma dovrò continuare a guidare il vecchio istituto come reggente d’ufficio