Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Venezia, AirBnb sfonda quota ottomila
Federalberghi denuncia: bugie del portale. Alloggi, un terzo affittato per più di 6 mesi
VENEZIA Invasa da alloggi di AirBnb. Così è Venezia, nell’indagine presentata ieri da Federalberghi, che nel Comune ha censito 8.025 alloggi riferibili alla piattaforma di prenotazioni on line. Di rilievo anche la crescita: nel 2016, ad agosto, erano 5.166, dunque un aumento di disponibilità del 55 per cento. Lo studio, che mette il dito anche sulle promesse non mantenute dal portale, indica come un terzo degli alloggi sia affittato per più di sei mesi l’anno.
VENEZIA I fumetti con il prezzo per notte diventano sempre più fitti, via via che lo zoom avanza sul «pesce» e poi sui singoli sestieri, campi, calli. E alla fine quasi non si riesce più a leggere i toponimi, da quanti ce ne sono, con cifre che arrivano anche a oltre 400 euro al giorno. Venezia è invasa dagli alloggi Airbnb, la celeberrima piattaforma di prenotazione online, e ieri l’indagine presentata a Roma da Federalberghi ha aggiornato una contabilità che sembra non fermarsi mai. Ad agosto l’ufficio studi dell’associazione nazionale degli albergatori ha censito addirittura 8.025 alloggi nel Comune, con una crescita del 55 per cento in due anni: ad agosto 2016 erano infatti 5.166. Quarto posto in Italia dietro a Roma (quasi 30 mila), Milano (oltre 18 mila) e Firenze (11 mila), città molto più grandi, soprattutto se si pensa che il 90 per cento sono in centro storico e meno di 800 a Mestre. Venezia ospita oltre un terzo dei 22.918 alloggi disponibili in tutto il Veneto, dove peraltro l’aumento è stato ancora più marcato: l’80 per cento in due anni.
«E’ la conferma di una situazione palesemente fuori controllo», tuona Claudio Scarpa, direttore dell’Associazione veneziana albergatori. E d’altra parte ieri Federalberghi ha lanciato come slogan le quattro «grandi bugie» di questo «turismo 4.0» a colpi di clic: non è vero che si tratta di forme integrative del reddito, che si condivide l’esperienza con il titolare, che si tratta di attività occasionali e che compensano la mancanza di offerta. Ovviamente non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma i dati veneziani dicono che il 71 per cento delle offerte riguardano inserzionisti con più alloggi, spesso anche agenzie turistiche (il più «ricco» ne ha 135); il 76 per cento è riferito a «interi appartamenti», dunque non si abita con un «vero» veneziano (basti pensare che tra gli «host» ci sono inglesi, francesi, tedeschi, spagnoli, americani e perfino un paio di abitanti delle isole Mauritius); il 69 per cento vengono inoltre affittati per oltre sei mesi l’anno. «I portali ingrassano, a danno degli abitanti che sono costretti a lasciare i centri storici - accusa il presidente di Confturismo Veneto, Marco Michielli - Viene così tradita la promessa, per il turista, di vivere un’esperienza autentica, per non parlare del problema dell’evasione fiscale e della concorrenza sleale nei confronti delle imprese turistiche tradizionali».
Proprio su questo a Venezia da un anno è in corso una «battaglia» agli abusivi, fondata anche su una sorta di «controllo di vicinato». Basta segnalare i casi sospetti sul portale GeoIDS del Comune e dopo le verifiche documentali può scattare il controllo dei vigili. «Segnalazioni ne continuano ad arrivare - dice l’assessore al Bilancio Michele Zuin - Noi siamo al fianco di chiunque cerchi di far emergere il sommerso e portare la legalità: per questo vediamo con favore l’iniziativa della Regione per regolamentare meglio il settore». Pochi giorni fa l’assessore al Turismo Federico Caner ha infatti presentato un disegno di legge per istituire un codice identificativo che crei una divisione netta tra regolari e abusivi. «E’ anche una questione di sicurezza - afferma Zuin, che l’anno scorso aveva messo a bilancio l’aumento dell’imposta di soggiorno, creando tre classi di alloggi a seconda del valore catastale - bisogna sapere chi viene ad alloggiare».
Federalberghi cita le varie norme che in giro per il mondo hanno ridotto i giorni per l’affitto o – come a New York – imposto che ci abiti il proprietario. L’associazione si è confrontata con il ministro Gian Marco Centinaio, chiedendo un intervento. «Il ministro ha detto chiaro e tondo che la lotta all’abusivismo sarà la sua priorità - riferisce Scarpa - Con la sua proposta di un modello inglese, in cui i portali possono pubblicizzare solo le strutture registrate, siamo sulla buona strada».
Più case Dal 2016 più 55 per cento di alloggi
Mauritius Due proprietari vivono nelle isole
Il ruolo del Comune Continuano ad arrivare le segnalazioni dei cittadini. Zuin: anche un problema di sicurezza
Scarpa A Venezia situazione fuori controllo. Il ministro ha promesso una lotta contro gli abusivi