Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Mio fratello morto nessuno ci ha avvertiti vogliamo la verità»
L’uomo dimesso e deceduto davanti all’ospedale
MESTRE «Dominika è tornata a casa al mattino, dopo il lavoro, e non lo ha trovato. Ha dovuto fare tutto da sola: andare all’ospedale, chiamare la polizia. Nessuno, a distanza di ore, l’aveva avvisata che suo marito era stato trovato morto. E’ una cosa umanamente vergognosa». Alessandra Rizzardini, a due giorni dalla scomparsa del fratello Daniele, non riesce a darsi pace. «Ancora oggi non sappiamo cosa sia realmente successo, apprendiamo le notizie dalla stampa», sospira.
Il fratello Daniele, 66 anni di Marghera, è morto domenica notte, alla fermata del bus davanti all’ospedale dell’Angelo, un’ora e mezza dopo essere stato dimesso dal pronto soccorso, dove era entrato in ambulanza alcune ore prima a causa di un malore.
La procura di Venezia ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e ha iscritto sul registro degli indagati il medico che ha visitato e dimesso Rizzardini in attesa di conoscere l’esito dell’autopsia, che sarà eseguita domani dal medico legale Antonello Cirnelli. «Sabato pomeriggio Daniele è caduto due volte vicino a casa, per un malessere – racconta la sorella - Alla seconda caduta i passanti hanno chiamato l’ambulanza, erano circa le 18.30».
Rizzardini da qualche giorno non si sentiva bene. Aveva avuto tachicardia e problemi di pressione. «Martedì era andato dal suo medico per farsi cambiare delle pastiglie. La moglie da qualche giorno lo invitava ad andare a farsi vedere – continua la sorella - All’Angelo sabato gli hanno fatto la Tac e altri esami e gli hanno detto che erano negativi. Lui ha risposto “Se non ho niente fatemi andare a casa”». Alle 23.45 il 66enne è stato dimesso, il medico gli aveva proposto di rimanere in osservazione, se non se la sentiva di tornare a casa. Daniele Rizzardini è uscito dalla struttura e all’una e mezza una guardia giurata della Civis ha trovato il corpo alla fermata dell’autobus del piazzale antistante l’ingresso. Sul posto è intervenuta anche la polizia. «La moglie, che di notte fa la badante, al mattino è rientrata e, non vedendolo a casa, ha pensato che fosse andato a farsi visitare ma lui non rispondeva al telefono – dice la sorella Alessandra - Così è andata all’Angelo, ma le hanno detto che non sapevano niente». La donna, a quel punto, ha provato a richiamare il marito e, all’ennesima telefonata,
Telefono Uno che correva ha risposto al suo cellulare: era nell’erba
Familiari Perché non gli hanno chiesto se andava a prenderlo un familiare
ha risposto un uomo. «Stava facendo jogging e ha sentito il cellulare di Daniele per terra, vicino al fossato ma non nel punto in cui è stato trovato il corpo, e si sono incontrati – aggiunge la sorella - Dominika è tornata all’ospedale e le
hanno consigliato di chiamare la polizia, che ha confermato il decesso informandola che il corpo era sotto sequestro. Nessuno ci aveva avvisato, lo abbiamo saputo per caso». I familiari ieri hanno potuto vedere una parte della salma e hanno notato che il 66enne aveva due ferite alle tempie, forse dovute a un’altra caduta dopo la visita all’ospedale. «Ci chiediamo come mai nessuno abbia chiesto a Daniele, a quell’ora di notte, se aveva qualcuno che lo andava a prendere in ospedale». Rizzardini non aveva avvisato la moglie quando stava andando al pronto soccorso per non farla preoccupare. «Era una persona meravigliosa. Colto, pieno di interessi». Aveva lavorato in Inghilterra come insegnante e fino a qualche anno fa aveva diretto un borgo medievale adibito ad albergo nel Senese. Amava leggere, scrivere e scattare fotografie. «Stiamo pensando di mettere insieme le sue foto e dedicargli una mostra – dice il nipote - Era lo zio eroe che è stato protagonista dei miei temi a scuola. Con il suo carattere particolare, sempre un po’ anticonformista, un po’ critico. Viveva la sua vita in silenzio». Lo stesso silenzio che lo ha accompagnato anche negli ultimi istanti, prima di andarsene.