Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Nave merci va in secca e rompe l’acquedotto Inchiesta sulle cause
traiettoria ed è andata in secca. Un incidente che sarebbe stato senza grosse conseguenze, se non fosse che lo scafo, affondando nella sabbia, ha colpito un tubo dell’acquedotto di Veritas che collega Venezia e Chioggia, creando un ampio squarcio: lì per lì, nell’immediato, l’episodio non ha avuto grosse ripercussioni, se non per gli abitanti di Pellestrina, che per alcuni giorni hanno avuto dei cali di pressione dell’acqua dal rubinetto, mentre a Chioggia è stato sufficiente aumentare il pompaggio dall’Adige per ovviare alla situazione.
Veritas ha comunque risolto tutto in poche ore, creando un bypass che aggirasse il tratto rotto, ma ora che i tecnici hanno fatto i conti del danno, serviranno ben 40 giorni e alcune centinaia di migliaia di euro – che ovviamente pagherà la compagnia assicuratrice dell’armatore proprietario della nave – per sistemare tutto. I lavori sono iniziati nei giorni scorsi, con il via libera della stessa Capitaneria, che ha autorizzato dal 20 settembre al 30 ottobre l’intervento da parte della società Lmd di Marghera, specializzata in lavori marittimi e subacquei. A tutti i mezzi che Il transito di una nave merci alla bocca di porto di Malamocco passeranno in zona è imposta una velocità minima. La Capitaneria sta anche valutando come l’acquedotto fosse segnalato, anche nelle carte nautiche, e se ci siano stati casi simili in quel tratto.
Un episodio destinato a riaprire il dibattito sui rischi del passaggio delle grandi navi, non solo da crociera, in laguna, visto che basta un semplice errore di manovra per creare ingenti danni. Proprio ieri, peraltro, l’associazione Ambiente Venezia, in vista della manifestazione contro le crociere di domenica, ha diffuso dei video per dimostrare gli effetti delle navi merci nel canale dei Petroli. Nelle immagini di vedono le onde che sbattono sulle casse di colmata. «Far transitare anche le grandi navi da crociera porterebbe alla distruzione di quanto è rimasto in laguna centrale», dicono. (a. zo.)