Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«In Europa è ora il tempo dei giovani»
Giancarlo Montedoro, consigliere del Quirinale invita a guardare il futuro con ottimismo: «Vitalità del ricambio»
Sguardo proiettato al futuro. «A volte, nel dibattito pubblico, viene proposta l’immagine di spazi più stretti in termini di opportunità per i giovani rispetto al passato. Ma io non credo sia davvero così, perché il mondo interconnesso di oggi mette a disposizione ampi spazi». È un invito all’ottimismo basato su valutazioni fattuali quello che arriva da Giancarlo Montedoro, il Consigliere del Presidente della Repubblica che sarà protagonista della prima giornata di Univerò insieme al quirinalista del Corriere della
Sera, Marzio Breda.
Sarà a Verona per parlare di Europa e giovani, con quali occhi dovrebbe guardare all’Europa un ragazzo oggi?
«Direi con uno sguardo speranzoso e critico, nel senso che l’Europa come orizzonte ideale e istituzionale è imprescindibile per riuscire a vivere nel mondo globale attuale».
Ma nel dibattito pubblico si tende spesso a puntare il dito contro l’Europa...
«Negli ultimi anni si è messo troppo l’accento sul mercato. Va ricordato che il mercato è libertà, ma il modello europeo di sviluppo è basato sue due pilastri: libertà ed eguaglianza. E questa seconda questione rimane ancora aperta. Assistiamo a una competizione internazionale sfrenata, giocata sopratutto sulla produttività, in cui noi come Europa ci troviamo in difficoltà. È l’intera middle class europea a faticare e si pone dunque il problema di come difendersi in un quadro così soggetto a mutamenti».
Condannati alla sconfitta?
«No, anzi. Nelle epoche di crisi la creatività umana emerge in modo straordinario e quindi non bisogna mai disperare. L’Europa è un orizzonte politico ancora in fieri e il suo problema è l’essere rimasta a metà strada, ma guai a tornare indietro. Forse in passato c’è stato persino un eccesso di euro-entusiasmo. Purtroppo poi la costruzione non si è completata in tempo e la crisi ha scompaginato un po’ tutto. Ora si tratta di trovare i pilastri di un nuovo ordine politico-giuridico europeo per non perdere questo equilibrio di prosperità e pace».
Cosa direbbe ai ventenni di oggi, alle prese con il mondo del lavoro?
«Consiglio di non vedere tutto in termini negativi, ma di considerare la realtà sotto la prospettiva della creatività: il lavoro non è solo merce, contiene in sé molti più aspetti. Oggi il lavoro è cambiato, è diventato frammentario, “mordi e fuggi”, occorre pensare a nuove forme di protezione del lavoro in un’epoca in cui i diritti sui beni immateriali e le tecnologie hanno consentito accumulazioni di profitti straordinari».
Tecnologie che incidono anche sull’evoluzione delle singole professioni?
«Il principale cambiamento oggi è rappresentato dall’informatizzazione. Si pensi al rapporto tra giudice e computer: ci si chiede quali segmenti dell’autorità giudiziaria possano essere svolti in via automatica, nel nome di una maggiore effi- cienza e di una certa rinuncia all’empatia. E questa prospettiva si può replicare per ogni professione, con effetti diversi che i giovani governano assai meglio degli anziani».
Eppure, sembrerebbe che il ricambio generazionale non sia così automatico...
«Quando ci si confronta con questi rapidi cambiamenti è chiaro che vi debba essere un passaggio di testimone. La vitalità del ricambio e del confronto è fondamentale: ogni docente sa di apprendere mentre insegna ai suoi alunni. E così dovrebbe essere anche nei rapporti di lavoro».
Il mercato è libertà, ma il modello europeo è basato su libertà e eguaglianza
Ogni docente sa di apprendere mentre insegna ai propri alunni
Appuntamento Montedoro dialogherà con Marzio Breda del Corriere della Sera martedì dalle 11 alle 13