Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Gigantesco incendio minaccia l’Agordino Nubi visibili a 40 km
Nella notte fiamme a 100 metri dalle case, salvi due escursionisti
Un incendio gigantesco è divampato nell’Agordino nel pomeriggio di ieri. Il forte vento caldo avrebbe abbattuto un albero che, a sua volta, si sarebbe schiantato su un palo dell’alta tensione innescando il rogo. Il vento avrebbe fatto il resto, alimentando le fiamme. In breve una densa coltre di fumo nero ha oscurato il cielo al punto da essere visibile persino da Venezia. A rischio evacuazione gli abitanti del comune di Taibon Agordino, invitati a restare chiusi in casa con porte e finestre chiuse. Salvati dal soccorso alpino due escursionisti, rimasti intrappolati sul versante della montagna.
BELLUNO Camminando per le vie di Belluno e alzando gli occhi verso quel cielo spaccato in due l’impressione è di essere finiti in un dipinto di René Magritte, il surrealista belga maestro dei contrasti. Da una parte l’azzurro di un orizzonte terso che metteva in risalto le Prealpi e parte delle Dolomiti. Dall’altra l’oscurità di un enorme nube minacciosa e rossastra che si è originata da un incendio nell’Agordino e che ha raggiunto la laguna veneta in un’ora e un quarto. Mezz’ora dopo si specchiava già sul Delta del Po.
Le fiamme sono divampate all’improvviso verso le 15 nel bosco che si trova sotto le Pale di San Lucano (Belluno), sulla destra orografica del torrente Cordevole e all’altezza della galleria Cencenighe-Listolade (imbocco nord), allargandosi poi a macchia d’olio. Una coperta di fumo bianco, percorsa da striature di un rosso acceso simili a colate di lava, ha cominciato a coprire la montagna. Da una prima ricostruzione dell’accaduto sembra che il forte vento abbia sradicato un albero che ha poi colpito un traliccio dell’alta tensione innescando l’incendio e provocando un black-out temporaneo in tutta la zona sottostante. La sede di Luxottica, leader mondiale dell’occhialeria, si è fermata per qualche minuto ma, ha specificato l’ufficio stampa, «la produzione è ripresa immediatamente». Nelle stesse condizioni le altre aziende vicine e molte case. EDistribuzione, la società del gruppo Enel per la gestione della rete a media e bassa tensione, ha informato ieri che l’incendio alla linea di un altro operatore ha tolto alimentazione anche alle tre cabine primarie di Cencenighe, Saviner e Molino in provincia di Belluno con disservizi ad Alleghe, San Tommaso Agordino e Cencenighe Agordino. I tecnici hanno ripristinato il servizio elettrico utilizzando le linee alternative. Il comune più a rischio era e rimane Taibon Agordino che si trova proprio sotto l’incendio. Ieri pomeriggio il sindaco Silvia Tormen ha diramato un comunicato chiedendo ai suoi cittadini di rimanere dentro casa, non aprire porte e finestre, spegnere eventuali apparecchi di ricircolo dell’aria. «La situazione per ora è sotto controllo – ha commentato ieri sera il primo cittadino – Abbiamo chiuso la strada che da Taibon, lungo la valle di San Lucano, porta a Col di Prà: è pericolosa e cominciava già a formarsi una folla di curiosi.
Le fiamme non dovrebbero raggiungerci anche se in serata sono arrivate a 100 metri dall’abitato. Bisogna monitorare il vento. In caso di pericolo verrebbero evacuate circa 40 persone. Ma il problema ora è il fumo». Il Comune ha istituito un Centro operativo rimasto aperto tutta la notte, mentre i vigili del fuoco hanno monitorato l’evolversi del fenomeno. Infine, la Protezione civile ha fornito due torri-faro per poter illuminare l’abitato e agevolare eventuali operazioni di soccorso.
Ieri nella zona dell’incendio sono rimasti bloccati due escursionisti che cercavano di raggiungere il bivacco Bedin sotto le pale di San Lucano. I due ragazzi si trovano a circa 1.650 metri di quota nel Canale della Besausega e non riuscivano a proseguire. In contatto telefonico con i soccorritori, sono stati guidati in una zona rocciosa lontana dalle fiamme. Il Soccorso alpino di Agordo e i vigili del fuoco, impossibilitati a far volare l’elicottero, hanno cercato di raggiungerli a piedi. Il grande ostacolo agli interventi di ieri è stato infatti il vento caldo e secco, Föhn, che si è abbattuto in provincia di Belluno e in qualche valle del Vicentino portando le temperature a livelli mai visti. A Feltre si è raggiunta una massima di 30.5 gradi centigradi, a Belluno 29.2, con una differenza tra minima notturna e massima diurna di 27 gradi. Ad Agordo 27.5°C, San Martino d’Alpago 25.2°C e Castana (nel Vicentino) 27.5°C. Sulle vette dolomitiche ha superato i 110 chilometri orari. Oggi dovrebbe diminuire e permettere ai due Canadair, che si riforniranno al lago di Santa Croce, di intervenire nell’Agordino.