Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Italia Libera Pacifica la bimba dell’armistizio oggi compie cent’anni

Deve il suo nome al grido di gioia dei compaesani

- Di Giulia Busetto

MESTRE Quattro novembre 1918. Mezzogiorn­o. Mentre nella villa padovana del conte Giusti il nostro Paese ha firmato da poche ore l’armistizio con l’impero austro-ungarico, una giovane donna di Zelarino sta partorendo in casa. E tra i dolori di una contrazion­e e l’altra si stupisce delle campane a festa e di quelle strane urla dei compaesani provenire dalla finestra aperta della camera da letto: «Italia libera, Italia libera!». «Davvero è finita la guerra?» chiede alle donne attorno al suo letto. E da quella gioia per la conclusion­e della Grande guerra decide di chiamare la sua creatura Italia Libera Pacifica. Ci aggiunge Pacifica, perché è arrivata con la pace del primo dopoguerra. Italia è ancora viva. E promette di restarlo a lungo: oggi che compie cent’anni lamenta solo qualche dolore articolare e la vista che si prende gioco di lei. «Mio nonno me lo raccontava sempre che la nascita di mia madre è una gioia in tutti i sensi - ricorda il figlio Giuseppe Ferrarese - anche se cresciuta nella miseria del primo dopoguerra, con niente». Niente eccetto la buona volontà. Figlia di un operaio e una casalinga, Italia Libera riesce ad ottenere la licenza elementare, frequentan­do la scuola fino alla quinta. Traguardo per pochi, a quei tempi, soprattutt­o per le bambine delle classi sociali più umili.

«Poi i miei nonni si trasferisc­ono a Favaro e la portano alla scuola di ricamo dalle suore di Carpenedo». Nasce un talento che prosegue fino a pochi anni fa, anche quando ● Italia Libera Pacifica Sbrogiò è nata il 4 novembre del 1918 mentre suonavano le campane per la firma dell’armistizio e la gente gridava «Italia libera»

● Ha trascorso la sua vita a Favaro, conosciuta per la sua grinta e le sue doti di ricamatric­e: ha confeziona­to centinaia di corredi. Ha continuato fino a 85 anni, nonostante un occhio fosse rimasto senza vista

● Oggi sarà festeggiat­a in piazza a Favaro, davanti al municipio da figlio e nipoti con la banda e il sindaco nell’Ottanta perde la vista ad un occhio. La voce sulle sue doti da ricamatric­e si sparge per tutta Mestre. E prima di potersi dire maggiorenn­e davanti al suo portone di casa si forma la fila giornalier­a di clienti. «Non saprei nemmeno quantifica­re quanti corredi per spose abbia fatto: lenzuola, tovaglie, biancheria intima, anche abiti da sposa». L’amore della sua vita lo incontra per le stradine di Favaro, nel 1938, mentre svolge commission­i per la sua piccola attività di sarta. Lui è Giuseppe Ferrarese, tecnico di Porto Marghera, uno dei gestori della storica trattoria favarese Alla pesa. Nel ‘40 il matrimonio «e nel ‘41 nasco io» ricorda Giuseppe. Lo stesso anno in cui il marito di Italia Italia Libera Pacifica Sbrogiò compie oggi 100 anni. Nacque mentre in tutta la città si festeggiav­a l’armistizio e molti soldati tornavano a casa Libera è chiamato alle armi, dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale. «Mamma non si perde d’animo buttandosi a capofitto nel lavoro». Ricama, ricama e ricama ancora, finché il marito non torna a casa sano e salvo. E torna dall’aeroporto militare di Udine con una sorpresa: i paracaduti, al tempo di seta, che ha utilizzato durante il suo arruolamen­to. «Grazie a quelli per tutta la mia adolescenz­a mi vesto con le camicie di seta, beige militare, che mi confeziona mamma, con tanto di bottoni in madreperla. Ricordo che per strada si girano tutti. Un giorno ne fa una anche alla mia amica. Il giorno dopo si presentano a casa tutte le sue compagne di classe, perché ne vogliono una uguale». Ma Italia Libera, con il poco che ha, negli anni riesce a viziare un’altra figlia e due nipotini. E per ripagarla di tanto affetto oggi saranno tutti con lei davanti al municipio di Favaro. Alla stessa ora in cui cent’anni fa è venuta al mondo, con la banda di Tessera (che è più giovane di lei, domani compie 95 anni) che le suonerà tanti auguri. Con loro anche il sindaco Brugnaro. «Quella di Italia Libera è una testimonia­nza storica - dice il presidente della municipali­tà Marco Bellato -, ma anche della nostra Favaro, che possiede ancora un forte senso di appartenen­za e solidariet­à».

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Una vita, una storia (foto Errebi)

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