Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Rixi: «Il Mose va finito»
Deputati M5s contrari. Musolino: navi merci alla piarda del Mose
Secondo il viceministro Rixi «Il Mose va finito perché non si possono lasciare 5 miliardi sott’acqua». Apertura alla soluzione Marghera per le grandi navi.
VENEZIA «Se non entreranno navi da crociera, entreranno altre navi, in una parte del porto che deve comunque essere riconvertita». «Il riutilizzo di aree industriali dismesse è molto più appetibile che altro». «Meglio avere le navi in banchina, in un porto sicuro, che fuori dalla laguna, esposte ai marosi» (riferendosi ai progetti alla bocca di porto di Lido). La versione ufficiale è che si sta ancora decidendo e, nonostante la precisazione che va valutata bene l’interferenza con il traffico commerciale, il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi lascia capire che la soluzione Marghera per riportare a Venezia le vere «grandi navi» da crociera (fino a 160-180 mila tonnellate) sarebbe a lui gradita. «L’importante è decidere, lo faremo in settimane, pochi mesi», ha assicurato l’esponente del governo, che ha la delega ai porti.
D’altra parte il presidente dell’Autorità portuale Pino Musolino, nel corso di un «tour» di un’oretta tra i canali portuali, gli ha spiegato nei dettagli perché quella sponda nord del Canale industriale nord sarebbe il posto ideale, come confermato dall’analisi «multi-criteria» su 9 soluzioni. «Sono aree di fatto deindustrializzate da trent’anni e vicine alla città - dice Musolino - C’è stato un percorso di elaborazione tecnica tra Autorità portuale, Regione, Capitaneria di Porto, Consiglio superiore dei lavori pubblici. Non è vedo che non abbiamo preso in considerazione altre ipotesi». E poi spiega che per esempio Fusina non va bene perché danneggerebbe il terminal delle autostrade del mare (mettendo anche a rischio 20 milioni di fondi Ue) e ha banchine troppo corte, il Molo Sali perché non è pronto. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ribadisce che «la soluzione è quella del Comitatone di un anno fa», quando si decise appunto di portare quelle più grandi lì e di mantenere le medie all’attuale Marittima tramite l’adeguamento del canale Vittorio Emanuele. «Un canale che era tale fino al 2004 e che il piano regolatore portuale prevede sia ripristinato - aggiunge Musolino - Non si parla di nuovi canali». «Venezia attende dal governo decisioni urgenti», ha sottolineato l’assessore Simone Venturini in rappresentanza del sindaco Luigi Brugnaro, che condivise anche lui quella soluzione.
In questo «minuetto» si inseriscono però i Cinque Stelle, che soprattutto a livello locale sono contrarissimi a qualsiasi ipotesi che conservi l’ingresso delle crociere in laguna. «Il viceministro Rixi può essere personalmente favorevole a Marghera, ma la decisione spetta all’intero governo - taglia corto la deputata Arianna Spessotto - L’analisi multi-criteria? Avrei qualche dubbio sulla sua scientificità, così come ricordo che il famoso Comitatone non ha deciso nulla perché non ci alcun atto ufficiale». Toccherà al governo la composizione di queste divergenze tra i due alleati, Lega e M5s. «Con il buonsenso troveremo un’intesa, perché lasciando l’incertezza mettiamo a rischio il ruolo di Venezia come homeport e la crocieristica in tutto l’Adriatico», ha spiegato il viceministro, che non ha nascosto che, con il Mose, questo diventerà «un porto a ore». «La criticità nella soluzione individuata è sulla compatibilità con il sistema Mose», conclude. In precedenza però Musolino aveva spiegato come con il Provveditorato si stia lavorando a un sistema di previsioni il più preciso possibile, in modo da poter gestire al meglio l’ingresso delle navi in caso di alte maree sopra i 110 centimetri, quando si alzano le dighe.
Il presidente dell’Autorità portuale ha anche presentato al viceministro i terminal merci, sia quelli container, che quelli rinfuse, così come Fincantieri e Pilkington. «Non avrebbero alcun danno dalle crociere, abbiamo un chilometro di banchina libero per due navi da 340-350 metri», ha detto. Ha sollevato il tema del conferimento dei fanghi per gli escavi e, a domande di Zaia, si è difeso sul progetto di marginamento del Canale dei petroli («pensavamo di fare un servizio e peraltro ci è stato richiesto anche dalla Capitaneria per la sicurezza») e ha rilanciato il progetto della banchina ad alti fondali a Malamocco. «Abbiamo ipotizzato il riutilizzo della piarda del Mose per creare due accosti per navi portacontainer ad alto pescaggio conclude - Stiamo facendo lo studio di fattibilità economica, appena avremo dati certi li comunicheremo».