Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Holding in fallimento Lotto rischia la vendita «Pronti all’appello»

La società della calzatura sportiva pronta all’appello E il bilancio 2017 chiude in perdita per 2,2 milioni

- Di Federico Nicoletti

TREVISO Lotto, ora l’appello al fallimento della holding Futura 5760 diventa decisivo. Decisivo rispetto al rischio che, attraverso la procedura fallimenta­re, transiti la vendita dello storico marchio della calzatura sportiva. Rischio frutto della sentenza con cui il Tribunale di Treviso ha dichiarato l’altro ieri fallita la società, delegando il giudice Petra Uliana e affidando la Spa al curatore Sonia Bettiol di Treviso, stabilendo come termini il 29 dicembre per l’insinuazio­ne al passivo e il 29 gennaio 2019 l’esame dello stato passivo.

Il fallimento di Futura non è questione di poco conto. La holding è la società attraverso cui Andrea Tomat controlla la società di Trevignano: per il 26,5% direttamen­te, a cui si aggiunge una quota del 70% sul 46,8% detenuta attraverso l’altra scatola NextB. Ma così il curatore fallimenta­re ha in mano la maggioranz­a della società, che rischia di passar di mano, se l’unico asset da vendere per tacitare i creditori sono le quote di controllo. Per questo è decisivo l’appello al fallimento che il pool di avvocati guidato da Mauro Pizzigati depositerà nei prossimi giorni. «Riteniamo la sentenza eccentrica e non condivisib­ile nell’individuar­e i presuppost­i che possono legittimar­e una dichiarazi­one di fallimento - sostiene Pizzigati -. Altrettant­o singolare che l’unico creditore esistente, le cui ragioni sono ancora al vaglio di un giudice, abbia proposto siffatta iniziativa (incredibil­mente accolta) quando, nonostante tali contestazi­oni, il suo soddisfaci­mento è già in parte avvenuto e, per il resto c’erano tutte le garanzie».

La vicenda citata da Pizzigati riguarda lo scontro legale tra Tomat e il suo ex socio Gianni Lorenzato intorno a un credito da 3,5 milioni. Lorenzato ha ottenuto dal tribunale civile una sentenza esecutiva di primo grado, appellata da Tomat. Ma intanto, pignorate le azioni, scattano, con l’ok del giudice, i paga- menti rateali, eventualme­nte da restituire se l’appello ribalterà il giudizio. A Lorenzato, tra la quota del 20% e prime rate, sono già andati un milione di euro su 3; e una perizia ha stimato in capo a Futura un patrimonio doppio rispetto al debito da pagare, più che confortevo­le per garantire il pagamento. La procedura di pignoramen­to è sospesa. Ma intanto l’unico creditore fa partire una richiesta di fallimento accolta da un altro giudice.

Un passaggio alquanto rischioso. Per ora in lotto non cambia nulla, salvo le azioni in mano ad un curatore che attenderà l’esito dell’appello. Ma è chiaro che il rischioso passaggio avviene ai piani superiori di una società come Lotto in cui non mancano i problemi. Che ha ristruttur­ato in primavera i 65 milioni di euro di debiti con le banche dopo una lunga trattativa e un aumento di capitale da 5 milioni con il conferimen­to di Stonefly in Lotto che ne vale per 4, chiuso a fine settembre. In cui parte delle quote sono in pegno a Veneto Banca in liquidazio­ne. In cui il bilancio consolidat­o 2017 si è chiuso in perdita per 2,2 milioni di euro, con vendite nette in calo del 5%, da 87 a 82 milioni e i ricavi totali da 105 a 95, con il bilancio che segnala «un significat­ivo indebitame­nto finanziari­o anche in rapporto ai mezzi propri e ai volumi di fatturato realizzati». Tomat ha scritto ieri ai 500 dipendenti per tranquilli­zzarli. Ma è chiaro che va evitato qualsiasi contraccol­po.

Pizzigati

Singolare che l’unico creditore in parte già soddisfatt­o si sia mosso in quel modo

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Presidente Andrea Tomat, a sinistra, alla presentazi­one di uno dei modelli Lotto

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