Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Inchiesta sul gasdotto sequestrate le analisi del Tap nel Padovano
VILLAFRANCA PADOVANA Metalli pesanti e cromo esavalente in falda. Questo lo spettro dell’inchiesta sul cantiere del gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline) aperto a Melendugno, in Puglia e che ha spaccato la base del M5s. Ieri gli uomini del Noe hanno sequestrato le analisi del suolo commissionate dalla Tap spa a un laboratorio di Villafranca Padovana.
VILLAFRANCA PADOVANA Saranno le analisi sequestrate in un laboratorio padovano a far luce nell’inchiesta sull’inquinamento ambientale scoperto nel cantiere pugliese in cui si sta realizzando la Tap, il gasdotto che parte dall’ Azerbaigian per approdare nelle coste del Salento. I lavori al momento sono fermi, almeno per quanto riguarda la parte di approdo alla Marina di San Foca, nel Comune di Melendugno, perché la procura ha deciso di andare a fondo in merito al rilevamento di metalli inquinanti e cancerogeni, tra cui il cromo esavalente, nella falda sottostante al cantiere in cui si sta costruendo il tunnel.
Due giorni fa i carabinieri del Nucleo operativo ecologico sono giunti fino al laboratorio SGS Italia a Villafranca Padovana, cui la Tap spa ha commissionato le analisi nel sottosuolo salentino fatte dal novembre 2017 ad oggi.
Tre manager italiani che lavorano per Tap spa sono indagati per scarico abusivo di acque industriali in un territorio che, come sottolinea il sindaco di Melendugno Marco Potì, si pregia della bandiera blu e di cinque vele di Legambiente, ovvero massimo riconoscimento come spiaggia più bella d’Italia.
Il maggiore Dario Campanella, a capo del Noe di Lecce è giunto personalmente a Villafranca a prendere il materiale richiesto dalla procura. Il laboratorio di Villafranca non è coinvolto nell’inchiesta, tra i dirigenti nessuno è indagato per aver nascosto o manomesso dati.
SGS è una multinazionale che da sempre si occupa di analisi e rilievi, carotaggi per conto di grandi aziende ma anche per enti di tutela ambientale.
La Finanza ha dichiarato che gli addetti al laboratorio hanno fornito tutta la documentazione richiesta dalla procura, «la collaborazione è stata massima» hanno spiegato. In particolare sono state sequestrate le analisi che il sindaco di Melendugno aveva chiesto come garanzia all’ente realizzatore del gasdotto.
Gli scavi per la realizzazione di due chilometri e mezzo di tunnel, che scorrerà per una parte sotto il mare e in parte sotto la spiaggia e gli ulivi salentini, erano iniziati nel novembre del 2017, ma solo a giugno scorso i manager di Tap si sono presentati alla conferenza dei servizi con numeri estremamente preoccupanti per quanto riguarda lo stato di salute della falda sottostante alla spiaggia. «Le analisi parlano di presenza di Arsenico, Cromo esavalente, Manganese – spiega deciso Potì – ho dovuto fare subito un’ordinanza per far fermare i lavori e chiudere il pompaggio delle acque della falda per evitare che i cittadini ne facessero uso, e ho fatto pure un esposto in procura perché vorrei capire da quanto tempo Tap sapeva di quegli inquinanti».
Ora è la procura ad agire: gli investigatori vogliono sapere se qualcuno abbia nascosto i dati o abbia omesso di adottare i provvedimenti necessari affinché la falda rimanesse intatta: «Tap spa aveva anche fatto ricorso al Tar contro la mia decisione di fermare i lavori, ma hanno perso – spiega il sindaco Patì – ora ci auguriamo che la magistratura faccia la sua parte, sono tre le inchieste aperte su questo gasdotto, abbiamo lottato e stiamo lottando, il fatto che la Finanza sia giunta fino a Padova a recuperare gli esami di laboratorio sulle nostre acque è segno che si vuole andare a fondo e noi siamo fiduciosi».