Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Due stranieri rimpatriati, i primi con il decreto Salvini
Aveva scontato la condanna per spaccio, 24 ore dopo essere scarcerato è stato espulso
VENEZIA Ha scontato una condanna di un anno e mezzo per spaccio di droga e, ventiquattrore dopo essere uscito dal carcere, N.T., 41enne tunisino, è stato accompagnato nel suo paese d’origine. Una delle tante espulsioni eseguite negli ultimi anni, ma la prima applicazione in Veneto del Decreto Salvini, approvato dieci giorni fa. Ad eseguire il rimpatrio sono stati gli uomini dell’ufficio immigrazione della questura di Venezia. «Un’attività che è stata organizzata dalla squadra espulsioni in maniera certosina, sia dal punto di vista burocratico che operativo», spiegano dalla questura. In ventiquattr’ore i poliziotti hanno preparato il ritorno in Tunisia dello straniero: dall’identificazione alla pianificazione dell’udienza di convalida prima del termine della pena fino alla scorta internazionale. Senza dimenticare l’attività di detenzione. Il 41enne è stato trattenuto negli uffici dell’autorità di pubblica sicurezza e della frontiera grazie al nuovo decreto, che prevede la possibilità di una detenzione amministrativa proprio per favorire l’organizzazione del rimpatrio. Ieri mattina, al termine di tutte le procedure, su disposizione del giudice di Pace, gli agenti hanno fatto salire N.T. a bordo di un volo. Un’espulsione simile era stata effettuata il giorno prima dell’approvazione del decreto dalla questura di Treviso, ma in quell’occasione si era trattato di un rimpatrio sulla scia del «metodo Salvini», con la differenza che il protagonista, un pusher nigeriano di 21 anni, richiedente asilo, aveva chiesto la protezione internazionale proprio per evitare di essere espulso. Il questore aveva chiesto la convocazione d’urgenza della commissione territoriale, che aveva rigettato la richiesta di protezione. Il ragazzo era stato, quindi, accompagnato nel Cpr di Brindisi. Sempre giovedì l’ufficio immigrazione di Venezia ha espulso K.V., kosovaro di 50 anni che, come il nigeriano di Treviso, aveva manifestato l’intenzione di fare domanda di asilo. Prima del Decreto Salvini la reiterazione della domanda di protezione internazionale bloccava la procedura di espulsione in attesa della decisione della Commissione territoriale, autorizzando la permanenza dello straniero sul territorio nazionale. (e. bir.)