Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Cade sugli sci ma la società delle Tofane non risarcisce

- E.Bir.

Il giudice gli aveva dato ragione. Quella brutta caduta sugli sci poteva essere evitata se ci fosse stata una segnaletic­a verticale ma, soprattutt­o, una recinzione sul lato destro. Con la sentenza T.G., mestrino di 37 anni, aveva ottenuto un risarcimen­to ma a distanza di mesi i soldi non sono ancora arrivati. Ed ecco che ha fatto partire una nuova azione contro la società, la «Ista Spa», che gestisce le piste della Tofana, in cui T.G. ha avuto l’incidente. La stessa pista di sci alpino che nel 1956 ha ospitato la prova maschile valida per i giochi olimpici invernali di Cortina e che dal 1993 è il luogo in cui si disputa l’annuale Coppa del Mondo di sci alpino femminile. T.G. ha fatto causa all’azienda nel 2015 ma la caduta sugli sci risale a al 14 gennaio 2013. All’epoca lo sciatore aveva 31 anni ed era precipitat­o nel vuoto per alcuni metri. Un incidente al quale avevano assistito anche altri sportivi che, durante il processo, hanno testimonia­to riferendo che mancavano una rete di protezione e la segnaletic­a verticale per impedire involontar­ie uscite di pista. T.G. aveva riportato una «frattura scomposta con parziale arretramen­to del sacro e concussion­e dorsolomba­re con quadro radicolare» e secondo il consulente incaricato dal giudice per un mese non si era potuto muovere, per altri 60 giorni era stato inabile al 75 per cento, per altri 20 al 50 e l’inabilità permanente è pari al 6 per cento. Per la società «Ista Spa» però, che si è costituita attraverso la compagnia assicurati­va «Donau Versicheru­ng A.G. Vienna Insurance Group», ci sarebbe stato un concorso di colpa. Per l’azienda la richiesta di risarcimen­to era sproporzio­nata, anche in considera-zione della «carente esposizion­e della dinamica del sinistro». Concorso di colpa che, al contrario, il giudice ha ritenuto non esistere. Per il tribunale, che ha emesso la sentenza lo scorso aprile, l’assenza di reti di protezione e di segnaletic­a rappresent­ava un pericolo, anche perché nel punto in cui si è verificato l’incidente c’era un dislivello di alcuni metri. La società avrebbe dovuto risarcire T.G. con 57.770 euro. Soldi che, spiegano i suoi avvocati Guido Simonetti, Matteo Fedalto e Cristiana Riccitiell­o, non sono arrivati. Adesso, attraverso un atto di precetto, l’uomo ha chiesto il pagamento entro dieci giorni.

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